Parentopoli

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 10 settembre 2017 0 Commenti

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Il familismo amorale è il sostrato culturale che spesso dà vita a veri e propri fenomeni di corruzione.

Quando la ricerca del vantaggio per sé e per la propria cerchia di amici e familiari si esplica in un sistema reticolare e strutturato di scambi e favori che contraddicono regole e leggi abbiamo a che fare con quello che nel gergo giornalistico viene chiamata Parentopoli.

 

Come è facile intuire si tratta di un termine composto da due parole Parenti e Polis cioè la città dei parenti in analogia con altri eventi come la famosa Tangentopoli.

In particolare negli ultimi anni si è parlato di Parentopoli per le vicende che hanno coinvolto la Protezione Civile dopo il terremoto dell’Aquila, quelle del Comune di Roma per quanto riguarda le assunzioni di personale nelle aziende municipalizzate, e soprattutto per il dilagante nepotismo che colpisce l’Università italiana a cui è stato dedicato anche un libro dal giornalista del Corriere della Sera Nino Luca, intitolato Parentopoli.

 

Calcolare il danno sociale legato alle Parentopoli sparse nel Paese è un compito assai arduo, si tratta di un fenomeno che blocca l’ascesa sociale per mezzo del merito, istituendo un sistema di caste chiuse e vere e proprie dinastie di famiglie che gestiscono pezzi importanti della società italiana creando un danno economico incalcolabile e frenando il paese.

 

Bisogna intervenire sia dall’alto, per esempio istituendo nell’Università un sistema di controllo neutro che vieti l’assunzione di parenti almeno nello stesso dipartimento, un controllo ferreo sulla regolarità dei concorsi, e criteri più oggettivi di valutazione dei candidati; e intervenire dal basso, in maniera lenta e costante per favorire un cambiamento morale a lungo termine che possa far evolvere il sentire comune, troppo spesso poco sensibile al danno che le Parentopoli portano.

Per far si che questa evoluzione avvenga, in affinità con l’evoluzione biologica c’è bisogno di tempo, di un agire a volte anche oscuro ma costante, una vera e propria lunga pazienza cieca come ci insegna il grande biologo Giulio Barsanti.

 

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Sono laureato magistrale in Scienze dell'Informazione della Comunicazione e dell'Editoria e in Letteratura, Filologia Moderna e Linguistica e voglio diventare un insegnante. Mi piace scrivere e approfondire gli argomenti che mi interessano e credo che il tema della legalità, dell’educazione a una cittadinanza attiva e consapevole sia la base del vivere civile, l’unico modo per costruire un futuro migliore. Penso che questo progetto sia un ottimo modo per promuovere tutto ciò, un modo per avvicinare le nuove generazioni al tema della corruzione per imparare a riconoscerla e combatterla.

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