CORRUZIONE E CRIMINE ORGANIZZATO IN ITALIA: LA FOTOGRAFIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 10 maggio 2016 0 Commenti

“Corruzione e criminalità organizzata sono in Italia due realtà strettamente intrecciate. Tuttavia, la relazione tra i due fenomeni non deve far credere che sia la criminalità organizzata la principale responsabile del crescere della corruzione. Al contrario, in Italia è il dilagare della corruzione nelle sfere sociali, politiche ed economiche ad attrarre i gruppi criminali, consolidando e ampliando le loro attività illecite”[1]. È quanto si legge nel rapporto della Commissione Europea Examining the link between organized crime and corruption (2010), pubblicato dal Center for the Study of Democracy. Lo studio, dopo aver analizzato il legame esistente tra crimine organizzato e corruzione in tutti i suoi aspetti – cause, origini, fattori d’influenza, scopi e obiettivi –, ha descritto nel dettaglio la situazione dei paesi europei maggiormente colpiti dai due fenomeni. Tra questi, il caso italiano, considerato “tra i più esemplari per capire quanto stretti siano i legami tra criminalità organizzata e corruzione”.

Per comprendere appieno il fenomeno della criminalità organizzata in Italia, si legge nel rapporto, è necessario anzitutto distinguere due diversi tipi di organizzazioni. Una prima tipologia è rappresentata dai gruppi criminali, coinvolti principalmente nei mercati illeciti, come prostituzione, contrabbando e traffico di droga. Organizzazioni di questo genere si presentano come imprese criminali o associazioni a delinquere che ricorrono principalmente allo strumento della violenza per raggiungere i propri obiettivi. Una seconda tipologia è invece rappresentata dalle organizzazioni criminali che non si limitano ad operare nei confini del mercato illecito ma si infiltrano, attraverso lo strumento della corruzione, nelle sfere più alte dell’economia e della politica del paese. Tali organizzazioni, attraverso una presenza simultanea tanto nel legale quanto nell’illegale, esercitano un forte controllo territoriale e costituiscono un massiccio sistema di potere che trascende la criminalità convenzionale. In Italia, l’espressione “criminalità organizzata”, utilizzata per indicare realtà come la Mafia, la Camorra e la ‘Ndrangheta , si riferisce principalmente a questo particolare tipo di organizzazioni. Ma fino a che punto le organizzazioni criminali sono responsabili del crescere della corruzione in Italia?

“La corruzione in Italia non rivela la diretta partecipazione delle organizzazioni criminali” si legge nel rapporto, “ma dimostra piuttosto la diffusione di un ‘metodo mafioso’ nel condurre affari e nel fare politica, l’assimilazione di alcuni elementi della cultura mafiosa da parte dei rappresentanti politici”[2]. Una simile descrizione tratteggia un ambiente saturo di corruzione in cui ad ognuno è offerta la possibilità di entrarvi a far parte. In quest’ottica, la corruzione in Italia è caratterizzata da un effetto valanga che investe tutta la gerarchia sociale: la corruzione coinvolge le élite, le quali a loro volta coinvolgono gli ordinari cittadini. Un processo simile incrementa anche la familiarizzazione e la tolleranza verso pratiche non ortodosse, persino tra coloro che dalle proprie pratiche corruttive trae esigui benefici.

I politici locali e gli amministratori risultano essere le figure pubbliche maggiormente vulnerabili alla corruzione delle organizzazioni criminali. Gli attori istituzionali locali infatti, gestiscono risorse pubbliche e convivono geograficamente con le organizzazioni criminali, due condizioni che li espone alla pressione che tali gruppi esercitano. A livello locale, tuttavia, le proposte corruttive avanzate dalle organizzazioni criminali sono spesso accompagnate da un implicito grado di intimidazione nei confronti dei politici, un fattore quest’ultimo che determina già in partenza l’esito della “contrattazione”. In altre parole, in alcuni casi è possibile che la corruzione offerta sia rifiutata ma le intimidazioni che seguono spingono anche la persona che non vorrebbe essere corrotta ad accettare.

Il crimine organizzato è insomma un protagonista assoluto nel sistema dell’illegalità italiano, a volte assistito dalle intimidazioni, altre volte sostenuto dagli interessi degli attori politici che svolgono de facto un ruolo di partner. La corruzione in Italia è lentamente diventata accettabile a livello sociale e ha guadagnato legittimità a livello politico e, infine, legislativo. “La corruzione ha fondato un paradigma di riferimento, che si presta ad essere imitato” si legge in conclusione del rapporto, “vale a dire la capacità di imporsi come stile di vita, di trasformare la giurisprudenza precedente per stabilire nuovi modelli di legittimità”[3]. Corruzione e crimine organizzato , in sintesi, si intrecciano in un sistema criminale che riproduce potere, sia esso illecito o altro.

[1] Examining the link between organized crime and corruption (2010), p. 157

[2] Examining the link between organized crime and corruption (2010), p. 163

[3] Examining the link between organized crime and corruption (2010), p. 170

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