La corruzione dei costumi

Nella categoria Storia e Letteratura da su 22 aprile 2015 1 Commento

Sallustio_De_Catilinae_coniuratione_miniaturaQuando si parla di corruzione si possono intendere tante cose diverse. Corruzione è sicuramente pagare mazzette per ricevere qualcosa, fare favori per ricevere favori, eccetera. Ma la corruzione è anche quella dei costumi, della morale. Quando si perde la via della saggezza, dell’etica e della moralità, si smarrisce la bussola della correttezza e dell’integrità necessaria per condurre una vita sociale onesta.

La letteratura è ricca di esempi di smarrimento della bussola, uno fra tutti il ritratto a tinte fosche fatto da Caio Sallustio Crispo nel “Bellum Catilinae” della Roma del primo secolo.

Sallustio, nella sua prima monografia (ma anche nella seconda, il Bellum Iugurthinum) esprime un’aspra critica alla classe dirigente dell’epoca, responsabile in prima linea della degenerazione morale. Troviamo quindi un’esplicita condanna dei corrupti mores della classe nobiliare, di quei pauci potentes abbagliati da strapotere e ricchezze che opprimono la misera ed indebitata plebe.

Secondo lo storico, la crisi dell’ultimo secolo della repubblica è conseguenza della crisi dei valori morali come la degenerazione dei costumi, la corruzione, l’avidità e la ricchezza sfrenata.

Sallustio stesso all’attività storiografica affiancò il diretto impegno politico, intraprendendo il cursus honorum, ed egli, nell’opera che stiamo trattando, ci confida le tentazioni (di grande attualità) a cui è sottoposto un politico:

“Quando ero giovane, come molti, la passione politica mi spinse alla vita pubblica ma molte cose mi andarono di traverso. Tra i politici, infatti, non trovai senso d’onore ma impudenza, non probità ma corruzione, non rettitudine ma avidità; e sebbene l’animo mio, inesperto del male, rifuggisse da quelle pratiche riprovevoli, pure l’età acerba fu travolta dall’ambizione e rimasi invischiato in quell’ambiente corrotto. Mi tenevo lontano dal malcostume imperante, ma la smania di salire mi esponeva come gli altri alla maldicenza e al malanimo.”

In questo contesto di immoralità e decadenza spicca la figura di Catilina, che emerge, dal ritratto che l’autore ne fa, come un terrorista ante litteram che cerca con ogni mezzo di raggiungere il potere.

“Lo spingeva inoltre su questa china la corruzione della città, nella quale imperavano due vizi diversi ma parimenti funesti, lusso e cupidigia.”

Sallustio prosegue poi con un excursus, di cui nuovamente ci colpisce l’attualità, in cui ci narra la progressiva decadenza della civitas¸ mettendoci in guardia dalle insidie morali che il potere comporta:

“Ma quando la città aumentò di uomini e di territori e si affinò nei costumi, sì che parve aver raggiunto un certo livello di prosperità e di potenza, come avviene a questo mondo, l’opulenza fu foriera d’invidia… […] La sete di denaro e di potere aumentò e con essa, si può dire, divamparono tutti i mali. Fu la cupidigia a spazzar via la buona fede, la rettitudine e tutte le norme del vivere onesto, indusse gli uomini all’arroganza, alla crudeltà, alla negligenza degli dèi, alla convinzione che non c’è cosa che non sia in vendita.”

“La prosperità corrompe persino l’animo del saggio”

Concludendo, come dice il Prof. Avv. Vincenzo Musacchio: “Oggi per noi Sallustio rappresenta una fonte di enorme valore su un periodo della storia romana particolarmente fosco e confuso, e la forza della sua verve polemica, la potenza delle sue convinzioni morali, riescono ad affascinarci e, soprattutto, a farci riflettere ancora oggi”.

Fonti:

  • Alosi, E. Malaspina, Sallustio Cicerone, gli anni di piombo a Roma, Petrini, 2008
  • Sallustio, Congiura Di Catilina, Bur – Rizzoli, Classici Del Pensiero Libero, 2012
  • Vincenzo Musacchio, PREVENZIONE E REPRESSIONE NELLA LOTTA ALLA CORRUZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, Gazzetta Amministrativa, 2012

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sull'autore ()

Ho 22 anni e sono una studentessa di Scienze Economiche con il sogno e l’obiettivo di realizzare qualcosa di socialmente utile nella mia vita. Ho scelto questo ambito di studi perché sono certa che sia un campo molto importante, che influenza la vita delle persone in modi più profondi di quanto possa apparire, e che questo settore mi potrà dare la possibilità di aiutare gli altri.

Commenti (1)

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  1. avatar Lavitambigua scrive:

    Temo che la contestazione ormai generalizzata (e spesso meramente fine a se stessa) di ogni autorità consolidata nelle nostre consuetudini e nel tempo sia il frutto della mancanza di scrupoli della nostra classe dirigente e dell’esempio negativo che ne deriva. La gente non ha più terrore morale: per conseguire i propri fini materiali è giustificata ogni bassezza. La gente mente spudoratamente e candidamente ed è fondamentale spuntarla anche nel più insignificante contraddittorio (specie con chi è culturalmente svantaggiato). I problemi di oggi sono conseguenza dei nostri tempi, dove la legge non si applica ma si interpreta. E ogni uomo è un giudice.

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