Mafia, un cancro che non uccide solo d’estate. A cura di Dr. Aniello Odierna, discente del Master Anticorruzione, Terza Edizione.

Nella categoria Articoli Master Anticorruzione, Eventi da su 26 febbraio 2019 2 di Commenti

La mafia non si limita ad uccidere, fa molto peggio. Si insinua nel nostro tessuto sociale, nelle nostre abitudini, nel nostro vivere quotidiano, nel perverso tentativo di condizionarli e sporcarli.

La mafia, anzi le mafie presidiano i territori, cercano di allearsi con il potere, tentano di contaminare le istituzioni democratiche, sino a piegarle, come ahimè accaduto in taluni, acclarati casi, al proprio volere.

Nel tempo, le organizzazioni criminali hanno evidentemente cambiato pelle, pur perseguendo sempre il medesimo fine: l’illecito arricchimento, mediante il controllo assoluto della impresa e della economiA, anche attraverso la penetrazione nei partiti- che passa per il condizionamento del consenso elettorale – soprattutto di quelli di governo territoriale.

In Sicilia, in Calabria, in Puglia, in Campania, nel Lazio, come in ogni dove, l’obiettivo, fra gli altri, è il controllo e la gestione degli appalti pubblici. Nonostante le norme e le verifiche, da parte degli apparati Pubblici, siano man mano diventate molto più stringenti, anche sul versante dell’anticorruzione, l’insidia resta incombente.

Esistono nel nostro Paese aree in cui lo Stato ancora fatica ad affermare il suo primato, pure per le enormi carenze infrastrutturali, le sacche di povertà e le iniquità in cui la difficoltà di potenziare, se non addirittura, creare la rete sociale, finisce con l’agevolare il crimine organizzato nell’attingere mano d’opera e nel perseguire i propri biechi scopi.

È indubbio che non si può affrontare, combattere e sconfiggere una forza così strutturata con la sola pregevole azione della magistratura e delle forze di polizia, spesso sacrificate alla causa. Si avverte sempre più l’esigenza di uno scatto culturale, in primis, non disgiunto da un potenziamento di strumenti normativi e di contrasto da affidare alle donne ed agli uomini impegnati, a vario titolo, in prima linea nella lotta al crimine, in difesa del bene comune.

Vi è un desiderio di legalità crescente che emerge potente, forse anche per effetto delle difficoltà provenienti dall’attuale contingenza. Garantire giustizia ai cittadini ed alle comunità equivale a tutelare i diritti di ciascuno, rende più forti le Istituzioni a qualunque livello e concorre a determinare la vita democratica dell’intero sistema Paese.

 

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Commenti (2)

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  1. avatar Domenico Bellobuono scrive:

    Un analisi autentica del problema che da anni attanaglia l’Italia. L’autore mostra spiccate doti di critica e di trattazione veritiera con marcato accento sulla necessità di imprimere una svolta etica ed antropologica. Brillante articolo.
    La Mafia non fa vittime, di mafia muore chi ha paura di essa.

  2. avatar Paolo Mancuso scrive:

    L’autore colpisce, con grande capacità fi sintesi, il vero problema che rende difficile oggi l’azione di contrato alle mafie, e cioè la capacità di infiltrarsi nell’economia legale, e trovare consenso nelle sacche di arretratezza del nostro Paese. Bravo!

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