L’educazione finanziaria come antidoto alla corruzione
Mercoledì scorso nella suggestiva cornice dell’Ambasciata Svizzera si è tenuto un importante convegno intitolato Educazione finanziaria al servizio della tutela del consumatore, organizzato dall’Ambasciatore di Svizzera in Italia Giancarlo Kessler e dalla Fondazione Gabriele Berionne.
Il convegno ha mostrato quanto poco sia diffusa in Italia una corretta educazione finanziaria, in particolare prevale una gestione tradizionalista del denaro, ci si affida al parere di conoscenti e amici e raramente alla consulenza di professionisti.
Il consumatore le volte in cui è anche investitore raramente conosce il significato corretto dei principali termini finanziari, dall’inflazione a concetti più complessi come rischio di mercato, rendendosi quindi più vulnerabili a speculazioni vere e proprie o più semplicemente ai rischi di cui si è inconsapevoli.
L’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa per i livelli di educazione finanziaria e benché nel decreto n. 237 del 2016 recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio si suggerisca di introdurre le principali nozioni sul risparmio e sulla finanza come insegnamento nelle scuole attraverso pratiche interdisciplinari, le azioni e pratiche didattiche realmente intraprese sono ancora poche.
Tuttavia qualcosa si muove sia dal settore pubblico che da quello privato come si evince tanto dalle parole di Giovanni Calabrò dell’Agcm e dalla numerose e proficue attività della Consob mostrate da Nadia Linciano; e per quanto riguarda il privato dai corsi e dai libri sia per bambini che per adulti organizzati e diffusi dalla Fondazione per l’educazione Finanziaria e al Risparmio, le cui attività sono state descritte da Giovanna Boggio Robutti.
Inoltre al convegno hanno dato il loro proficuo contributo anche Dario Focarelli in rappresentanza dell’ANIA e Fabio Bossi della Banca Nazionale Svizzera, mentre come rappresentante delle Istituzioni c’era Francesco Alfonso del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La necessità di una corretta educazione finanziaria non è utile soltanto per diffondere una cultura del risparmio e dell’investimento migliore, capace di rendere più dinamica l’economia dei piccoli risparmiatori e delle piccole imprese.
Una corretta educazione finanziaria fa parte di quel bagaglio di conoscenze e di valori utili a prevenire fenomeni di corruzione e illegalità diffusa; cittadini informati sono più consapevoli dei propri diritti e doveri e sapersi muovere tra le maglie strette dell’economia è fondamentale per capire e vedere dove si nasconde l’illecito.
Inoltre essere capaci di investire e gestire il proprio denaro in maniera corretta è anche pragmaticamente parlando un ottimo deterrente per evitare di commettere azioni illegali più o meno gravi.
Un valido modo per promuovere l’educazione finanziaria è il connubio tra iniziative pubbliche e private, il confrontarsi anche con modelli utilizzati da altri paesi come è avvenuto in questo convegno con la Svizzera, tutto ciò è un ottimo punto di partenza meritevole di attenzione e di ulteriori sviluppi.
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