“BUROFISCO”. IL SISTEMA GIRA A VUOTO.

 

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Dal 2008 al 2014 sono state emanate 758 misure con impatto fiscale di cui ben 56 per contrastare l’evasione fiscale: ma gli evasori, almeno a giudicare dai datI, non se ne sono quasi accorti. Sembra, insomma, che l’apparato sia disegnato appositamente non per raggiungere un obiettivo, bensì per giustificare la propria esistenza in vita.

Forse – si chiede Sergio Rizzo, su La Repubblica del 10 ottobre 2017, alla pagina 11 – è questa la spiegazione del perché il sistema gira a vuoto.

Come sosteneva più di un secolo fa Max Weber e come lascia intendere ossessivamente oggi uno dei massimi conoscitori della pubblica amministrazione, qual è Sabino Cassese, secondo il quale il problema della burocrazia italiana altro non è che “assenza della cultura del risultato“.

Ebbene, nel manicomio fiscale questa teoria raggiunge la sua espressione massima.

La dimostrazione?

La Confartigianato ha calcolato quante scadenze fiscali sono imposte mediamente alle imprese, per esempio della Lombardia. Arrivando alla conclusione che non sono meno di 210. Per l’Iva ce ne sono 75, più 39 per le imposte dirette, quindi l’Inps ( 39 ), l’ufficio del registro (10), il Bollo (7), l’Inail (6), l’assistenza fiscale (5) e via di questo passo.

La conseguenza è che se ne sommano 4,4 per ogni settimana lavorativa: ovvero, quasi una al giorno.

Ottobre, con 26 scadenze, è un inferno. Ma anche novembre e maggio (22 ciascuna) non scherzano.

 

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