BUROFISCO E BUROSAURI. UNA PALLA AL PIEDE PESANTISSIMA.

 

burocrazia

Nelle procedure per l’avvio dell’impresa, secondo la classifica 2017 di Doing business, l’Italia occupa la posizione numero 63. Per i permessi di costruzione, scende ancora al numero 86. Nel caso dell’acceso al credito sfonda quota cento: 101. E se si considera la risoluzione delle dispute commerciale, siamo messi davvero male. Davanti abbiamo ben 107 Paesi. Ma è alla voce “pagamento delle imposte” che diamo veramente il peggio. Secondo Doing business non meritiamo più del posto numero 126. Ce ne sarebbe già abbastanza – scrive Sergio Rizzo, su La Repubblica del 10 ottobre 2017, alla pagina 11 – per scoraggiare tutti i potenziali investitori esteri.

Ciò che tuttavia è davvero preoccupante, al di là dei metodi (per taluni anche discutibili) con cui vengono compilate quelle graduatorie, è il confronto con il passato. Torniamo a dieci anni fa, il 2007. La crisi era alle porte, e nella classifica sulla facilità di fare impresa della Banca mondiale l’Italia non andava oltre l’ottantaduesimo posto. Oggi siamo 32 posizioni più avanti e per questo dovremmo esultare. Se non fosse che negli aspetti più delicati della graduatoria siamo più indietro di allora. Nella concessione del credito bancario, per esempio, l’Italia è scivolata da 65 a 101. E nel fisco abbiamo perduto nove posizioni, dalla 117 del 2007 alla 126 del 2017. Dunque non c’è molto da stare allegri. Nel mondo che corre noi continuiamo ad arrancare, rallegrandoci di qualche punticino guadagnato in classifica senza accorgerci del terreno che perdiamo nelle graduatorie che contano. In attesa della prossima legge di semplificazione, con le sue risoluzioni, i suoi documenti di prassi. E le sue circolari, presto inevitabilmente seguite da altre circolari.

Tags: , , , , , , , , , , , , , ,

avatar

sull'autore ()

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *