WHISTLEBLOWING. GIAN ANTONIO STELLA: VENI, VIDI, TACUI.

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Il columnist americano Donald Herron, il giorno in cui stravolse la celeberrima frase pronunciata da Giulio Cesare al ritorno dalla vittoria contro Farnace II del Ponto, trovò – racconta Gian Antonio Stella, sul Corriere della sera del 12 ottobre 2017 – la sintesi perfetta per descrivere un certo modo di vivere la vita.

E furono davvero in tanti, tra i compagni di lavoro di Andrea Franzoso, il funzionario delle Ferrovie Nord Milano, quelli che vennero, videro, tacquero, Cadendo dalle nuvole quando Luigi Ferrarella scrisse sul Corriere che l’accusa era «di aver destinato a uso pressoché esclusivo della moglie e di un figlio due telefoni cellulari, mentre sull’utenza aziendale del padre l’altro figlio avrebbe avuto facoltà di addebitare le proprie chiamate, con il risultato che in questo modo l’azienda sarebbe stata onerata di circa 124.000 euro»… Per non dire del «corposo capitolo delle carte di credito aziendali utilizzate dai familiari – secondo il pm – per pagare spese personali di vario genere: 14.000 euro di abbigliamento, 30.000 di arredi ed elettronica, (…) 3.700 di scommesse sportive e 17.000 di alberghi e ristoranti». E poi la «toelettatura per il cane», gli oltre 180mila euro di multe stradali e così via, per un totale di almeno mezzo milione di euro.

Molti potranno dire che no, erano tagliati fuori da certe responsabilità e non potevano aprire certi cassetti e sapere quindi delle ruberie sui rimborsi.

Tutti o quasi tutti, però, hanno saputo dell’inchiesta. Si son dati di gomito per la caduta degli dei aziendali.

Tutti o quasi tutti hanno letto avidamente le cronache dove si raccontava, per dirne una, dei 7.634 euro spesi «in abbonamento alla pay tv, compresi i costi per la visione di una serie di film pornografici».

Tutti o quasi tutti hanno saputo infine della successiva decisione della società, cioè quella di isolare progressivamente l’autore della denuncia (che in un Paese serio avrebbe dovuto essere premiato per aver messo fine alla carriera di chi sui rimborsi rubava soldi ai cittadini) per poi scipparlo delle competenze sui controlli, piazzarlo in un ufficio con una delega al nulla fino a spingerlo, con educatissimo cinismo, ad andarsene. Una vergogna.

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