WHISTLEBLOWING. GIAN ANTONIO STELLA: E ALLORA TI CHIEDI, VALE LA PENA DI FARE QUESTE DENUNCE?

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Andrea Franzoso non è stato il primo, nella storia italiana, a pagar cara la scelta della trasparenza e a sbattere contro i «padreterni», come li chiamava Luigi Einaudi.

Il patriota garibaldino Cristiano Lobbia – ricorda Gian Antonio Stella, sul Corriere della sera del 12 ottobre 2017 -che, eletto deputato, denunciò al Parlamento di Firenze, il 5 giugno 1869, la cessione per quindici anni a faccendieri anonimi raccolti intorno al Credito Mobiliare, della Regia Tabacchi, cioè il monopolio che secondo il banchiere Rothschild era «l’unica entrata sicura dello Stato», in cambio di un anticipo di 180 milioni. Meno della metà di quelli offerti a condizioni migliori (…) da certi finanzieri parigini e londinesi. Fu esaltato come un eroe, sulle prime, il parlamentare garibaldino, ma poi venne annientato da una macchina del fango mai vista prima.

Luca Magni, l’imprenditore che aveva una ditta di pulizie e che aveva deciso di ribellarsi alle continue richieste del presidente del Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa. Finì sulle prime pagine come un eroe, ma vent’anni dopo avrebbe raccontato: «Rifarei tutto. Ma cercherei di tutelarmi di più. Ho denunciato il sistema delle tangenti che strozzava la mia azienda ma non potevo prevedere che in poco tempo avrei perso tutti gli appalti».

E potremmo andare avanti, di nome in nome, di scandalo in scandalo, per giorni.

E allora ti chiedi: vale la pena di fare queste denunce?

Se lo chiedono quanti aspettano da anni che sia varata finalmente anche in Italia una legge che tuteli il whistleblower, cioè «il soffiatore di fischietto» che, come l’arbitro di calcio, di rugby o di basket fischia davanti a un fallo per «fermare il gioco sporco».

Sì, risponde col suo libro Andrea Franzoso: valeva la pena, nonostante tutto, sì, perché, come spiegò Martin Luther King, saremo chiamati un giorno a render conto delle nostre scelte e «ci pentiremo non solo per le parole e le azioni odiose delle persone cattive ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone».

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Commenti (1)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    la denuncia di condotte illecite nella P.A. e in ambito privato non deve essere considerato un atto di eroismo ma un obbligo volto alla tutela della qualita’ della vita civile e democratica del Paese.
    Chi segnala condotte illecite, deve essere tutelato da condotte ritorsive e persecutorie.
    Gli Organi di controllo interni e/o le Autorita’ della Repubblica, acquisita la segnalazione, devono intimare la cessazione immediata degli effetti dei provvedimenti posti in essere contro il soggetto denunciante, e la cessazione della condotta illecita denunciata con disapplicazione di eventuali dispositivi provvedimentali che producono effetti illeciti.

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