La figura del fraudster tra mito e realtà
In Italia un’organizzazione su cinque ha dichiarato di essere stata vittima di frodi economico-finanziarie e ben il 23% di queste frodi ha a che fare con la corruzione o con i suoi derivati. Questo è quanto emerge dall’Edizione 2016 della PwC Economic Crime Survey.
Il dato è preoccupante e conferma quanto la corruzione nel nostro paese sia dilagante e pervasiva, specialmente se la mettiamo a confronto con gli altri paesi dell’Europa Occidentale che registrano un tasso di frodi dovute alla corruzione del 12%.
Ma chi sono questi fraudster?
Nell’immaginario comune il truffatore è una figura che ha da sempre sollecitato la fantasia collettiva, da Boccaccio fino ai moderni film come Ocean’s Eleven. Saremmo portati a immaginarli come dei moderni Lupin, o dei Diabolik in giacca e cravatta capaci dei piani più astuti e brillanti, figure quasi mitiche, lontane dalla quotidianità dell’azienda, dagli orari e dalle regole.
La realtà è ben diversa e dai dati emerge che nel 43% dei casi il fraudster è un individuo interno all’azienda, apparentemente irreprensibile, un uomo laureato di età compresa tra i 31 e i 40 anni con un’esperienza lavorativa che va dai 3 ai 5 anni; si tratta di un soggetto molto difficile da individuare, un manager di medio livello dalla carriera in ascesa.
Pertanto è molto difficile contrastare questi truffatori, ma fortunatamente sta aumentando la sensibilità delle organizzazioni per questi temi, basti pensare che la partecipazione alla Survey è passata dal 13% del 2014 al 23% del 2016. Numeri a parte si fa sempre più viva l’esigenza di un’etica del lavoro e del rispetto delle leggi capace davvero di isolare i fraudster, quindi traducendo quanto detto nella pratica aziendale significa che c’è ancora molto da fare, per esempio bisogna diffondere sempre di più azioni come il Whistleblowing, la “soffiata” interna, capace di rompere sistemi collaudati che prosperano sul non detto e su un’omertà diffusa.
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Mi auguro davvero che un giorno il termine “corruzione” diventi un brutto e passato ricordo!
le condotte illecite e fraudolente possono essere attuate con modalita’ ingannevoli e camuffate.
Spesso sfuggono ai controlli e solo approfondimenti spesso svolti per altre motivazioni, possono farle emergere.
Nelle P.A. l’osservanza dell’art. 97 della Costituzione e per i pubblici dipendenti l’osservanza degli art. 54 e 98 della Costituzione e del Codice di comportamento, e la trasparenza nella gestione amministrativa ed economica sono i presupposti necessari per creare le condizioni sfavorevoli agli autori di condotte illecite e fraudolente.
La sinergia cittadino-dipendente pubblico, Organi di vigilanza e di controllo interni , Autorita’ della Repubblica, e’ la modalita’ piu’ efficace, a mio modesto avviso, di contrasto dei fenomeni corruttivi
e di mala-gestio nelle P.A.
Concordo pienamente con quanto hai scritto, dalle tue parole trapelano gli anni di esperienza ( anche se non tantissimi) condivisi con la tua penna. Complimenti. Bravo Antonio.