Banca d’Italia: i nuovi strumenti di prevenzione e contrasto all’economia criminale

Nella categoria Azione di governo da su 26 gennaio 2016 0 Commenti
La sede della Banca d'Italia, Palazzo Koch, oggi 21 ottobre a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La sede della Banca d’Italia, Palazzo Koch

Sono 16 i miliardi di euro persi dall’Italia in termini di investimenti esteri tra il 2006 e il 2012, il 15% rispetto a quelli effettivamente attratti nel periodo. Una situazione che si sarebbe potuta evitare se le istituzioni italiane fossero state qualitativamente simili a quelle dell’area dell’euro.
Queste le stime suggerite dall’Istat e presentate dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, alla Commissione Parlamentare antimafia il 14 gennaio 2015 (Link).

Cattiva allocazione delle risorse pubbliche, lievitazione dei costi del credito per le imprese, scarsa qualità dei funzionari pubblici locali: la criminalità organizzata inquina il sistema politico-economico di una nazione in ogni suo aspetto, ostacolandone lo sviluppo e la crescita.
Visco, nel corso del suo intervento, ha identificato le politiche in grado di contrastare l’economia criminale al fine di favorire l’attività imprenditoriale lecita.

Di fondamentale importanza risulta l’attività preventiva svolta dalla Banca d’Italia, collocata per lo più nell’ambito della vigilanza: attraverso una serie di misure preventive – analisi, ispezioni, sanzioni, gestioni di crisi aziendali, rispetto della legalità –, il lavoro di palazzo Koch mira ad assicurare “la sana e prudente gestione dei soggetti vigilati”.
Complementare al ruolo svolto dalla Banca d’Italia è la funzione di controllo esercitata dalla UIF – Unità d’Informazione Finanziaria – in materia di antiriciclaggio. “Dalla sua costituzione sono pervenute all’Unità di informazione finanziaria oltre 325.000 segnalazioni con una forte e costante crescita nel tempo: dalle 12.500 del 2007 alle oltre 70.000 del 2014″ ha affermato Visco, ricordando che “la Uif riceve le segnalazioni delle operazioni sospette da intermediari finanziari, professionisti e altri operatori non finanziari e ne effettua l’analisi per l’individuazione di ipotesi di riciclaggio o finanziamento del terrorismo”.

L’effetto principale di tali attività di prevenzione consiste nella possibilità per Banca d’Italia e UIF di delineare indicatori statistici di esposizione al rischio di riciclaggio, individuando eventuali anomalie nei flussi finanziari, vigilando su specifiche porzioni del territorio nazionale e monitorando particolari strumenti di pagamento. Un esempio su tutti è rappresentato dallo studio sui bonifici verso i paesi a rischio. I risultati dell’indagine frutto della collaborazione tra la UIF e il Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia mostrano che, a parità di altre condizioni, in Italia i flussi finanziari indirizzati verso i “paradisi fiscali” sono di circa il 36% più elevati di quelli diretti verso gli altri paesi.

L’efficienza del sistema antiriciclaggio poggia su un’ampia rete di collaborazione, pubblica e privata, per la salvaguardia dell’economia legale dalle infiltrazioni criminali. La rete in questi anni ha dimostrato notevole capacità di interconnessioni: lo attestano le crescenti forme di cooperazione della Uif con la magistratura e con l’Agenzia delle Entrate per l’accesso all’Anagrafe Tributaria. Inoltre, sul piano delle strategie di prevenzione, nel corso del 2014 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra UIF e l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), al fine di garantire ulteriori misure di contrasto del riciclaggio dei proventi della corruzione.

Tuttavia, nonostante i buoni risultati raggiunti, il numero uno di via Nazionale non nasconde che molto altro si potrebbe ancora fare. La Uif per funzionare meglio dovrebbe avere accesso alle informazioni investigative, esattamente come avviene all’estero, e la creazione di specifici incentivi come il rating della legalità realizzerebbe un contesto più orientato alla legalità.
Ma soprattutto “È indispensabile – ha ribadito Visco – che alla presenza di efficaci presidi specifici si accompagni la diffusione nella cultura di cittadini e imprese dei valori della legalità e della correttezza.” “L’istruzione – ha concluso – svolge sotto questo profilo un ruolo essenziale.”

 

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