Women empowerment

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 9 gennaio 2015 0 Commenti

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Dopo la lieta notizia della consegna dell’Integrity Award, di Transparency International, all’avvocatessa Thuli Madonsela,   vale la pena chiedersi se questo fatto rilevi, proprio perché conferito ad una donna. Non è un argomento di poco conto se si pensa, ad esempio, alle numerose leggi sulle quote rosa italiane. Il ragionamento parte dallo spunto di autori come Dollar et al. [2001] che in «Are women really the “fairer” sex?» rilevano che le donne, e soprattutto, i parlamentari donna siano più affidabili ed integre dei loro colleghi maschi in situazioni di potenziale corruzione. Quindi la presenza femminile nei più alti gradi delle strutture gerarchiche ha un’influenza estremamente positiva, anche sul comportamento dei colleghi maschi perché riescono a trattenerli, disciplinandoli. A questo punto l’idea degli autori è quella di verificare se ad un incremento della partecipazione femminile è seguita una riduzione della corruzione percepita. Essi suggeriscono che le donne si attestano su standard di comportamenti etici più alti e che siano più attente a ciò che attiene i beni pubblici. Ebbene com’è la situazione italiana? Essa è composta (vedi l’Italia, a riga 30) da una componente femminile del 31,43% alla Camera dei deputati ed del 29% al Senato e si classifica trentesima per numero decrescenti di partecipazione femminile nelle istituzioni parlamentari a livello mondiale.  Più recentemente Mungiu-Pippidi [2013], in “Controlling corruption in the european union” ,    per le discussioni del Parlamento europeo, hanno interpretato il fatto che: «paesi più corrotti non tendono a pagare meno le donne ma, piuttosto, ne restringono l’accesso alle posizione di potere». Questi trovano che laddove il privilegio ed il potere sono concentrati nelle mani di pochi, all’interno di gruppi che gestiscono il controllo agli incarichi pubblici, e ciò fa sì che la società è dominata da favoritismi e corruzione, i gruppi deboli tendono ad essere esclusi, traendone le conclusioni che una bassa presenza femminile in parlamento indichi la presenza di favoritismi. Alla luce del nuovo anno sarebbe di buon auspicio augurarsi un nuovo Presidente della Repubblica che sappia gestire questo argomento, e, perché no, che sia proprio una donna.

Riferimenti bibliogra fici

  1. David Dollar, Raymond Fisman, and Roberta Gatti. Are women really the “fairer” sex? corruption and women in government. Journal of Economic Behavior & Organization, 46(4):423-429, 2001.
  2.  Alina Mungiu-Pippidi. The good, the bad and the ugly: Controlling corruption in the european union. Hertie School of Government Policy, Paper for Discussion in the European Parliament. 2013-9 April-63 p, 2013. 1

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Studio economia internazionale, credo fermamente in questo progetto per una diffusione dell'informazione su tematiche importanti quali l'integrità e la cultura. "Se prima ti ignorano, poi ti deridono, quindi ti combattono. E alla fine hai vinto."

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