Percezione mafiosa fra gli studenti: lo spaccato sociale del centro studi Pio La Torre (Parte I)
É ormai giunta al nono anno l’indagine condotta dal centro studi Pio La Torre di Palermo sulla percezione mafiosa tra i giovanissimi. I dati sono integralmente consultabili nel numero di Asud’Europa scaricabile all’indirizzo www.piolatorreonlus.it. A partecipare al questionario sono stati oltre diecimila studenti di tutta Italia, per l’80% di età compresa tra i 16 e i 18 anni.
I risultati? Quasi il 92% degli intervistati non ha fiducia nelle istituzioni e nella politica, un considerevole 52,69% considera la mafia più forte dello Stato – un dato quest’ultimo costante nel corso delle annuali indagini elaborate dal centro – e solo un 30,13% spera ancora di poter sconfiggere il fenomeno.
I politici nazionali sono degni di poca o per nulla fiducia secondo l’88,29% dei ragazzi, leggermente meglio i politici locali, su cui il sentimento di sfiducia riguarda l’83,97% degli studenti.
Un preoccupante 93% considera forte il legame tra mafia e politica, secondo l’83,97% le mafie si infiltrano nello Stato e addirittura per il 41,46% lo Stato e la mafia coincidono.
Le mafie sono così forti perché utilizzano qualsiasi mezzo per raggiungere i loro scopi (84,84%), lo Stato, dal canto suo, non fa abbastanza per sconfiggerle (71,11%).
Un gruppo di domande riguarda sia la fiducia diffusa, sia il senso civico ed etico.
Aumentano le aspettative nei confronti degli insegnanti (dal 2010 ad oggi la fiducia nella categoria insegnanti ha registrato un aumento di oltre il 40%), in grado, a detta degli intervistati, di attuare un definitivo mutamento culturale nel nostro paese e di convertire le future generazioni a una mentalità anti mafiosa; a seguire forze dell’ordine, magistrati e giornalisti.
Quanto al senso civico, invece, a proposito delle raccomandazioni, il 52,11% preferisce la meritocrazia e il 22,94% ritiene che un raccomandato non sia in genere una persona valida. Nella domanda successiva, il 69,87% stigmatizza l’evasione fiscale, il 40,40% il lavoro in nero, il 34,93% il mancato rispetto per l’ambiente. Cresce anche il senso di ripudio per la mafia, considerata secondo il 31% degli intervistati anzitutto un fenomeno da combattere, per l’8,5% da evitare con attenzione e per il 4,5% come qualcosa da disprezzare.
Tutte risposte che evidenziano, nelle nuove generazioni, uno spirito civico senza dubbio rimarchevole ma tuttavia incapace di colmare a pieno il forte senso di disillusione e sfiducia nei confronti di un paese, il nostro, ancora fortemente percepito come immorale, vizioso, corrotto.
Il progressivo palesarsi nelle aree centrosettentrionali d’Italia di fenomeni mafiosi legati a pratiche corruttive – Expo, mafia capitale, Mose – ha evidenziato come l’unione perversa mafia-corruzione sia oramai un problema dilagante e fuori controllo.
E l’attualità di questa realtà è sotto gli occhi di tutti, anche dei giovanissimi.
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