Rapporto UNCAC, 22 maggio 2019: l’Italia promossa a pieni voti. A cura di Catello Cascone, discente del Master Anticorruzione, IV Edizione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 17 giugno 2019 0 Commenti

Alla Farnesina, il 22 maggio 2019, è stato presentato il Rapporto sull’Italia riguardante la Valutazione della Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (UNCAC).

Quello che è emerso, al di là del contenuto vero e proprio del Rapporto, è un’Italia unita nei confronti di uno dei reati più consumati nel Paese: la corruzione. Con la presenza dei Ministri Enzo Moavero Milanesi (Affari Esteri e Cooperazione Internazionale) e Alfonso Bonafede (Ministro della Giustizia), Raffaele Cantone (Presidente A.N.A.C.), Nicoletta Parisi (Consigliere A.N.A.C.), e con il contributo di Lorenzo Salazar (Magistrato e Focal point italiano per l’UNCAC) e Alfredo Durante Mangoni (Ministro Plenipotenziario), si è voluto dimostrare al mondo intero che l’Italia sta facendo la sua parte nella lotta alla corruzione attraverso una vera e propria “logica di sistema”.

Il Rapporto ha promosso il nostro Paese a pieni voti. Dall’organismo internazionale, infatti, vengono riconosciuti diversi punti di forza che meritano di essere illustrati: l’istituzione di un sistema di maggiore trasparenza nel finanziamento per i candidati alle elezioni e dei partiti politici; vengono affrontati (in attesa di una legge ad hoc) i conflitti di interesse nelle pubbliche amministrazioni e nel governo dichiarando chi è ineleggibile e incompatibile; viene riconosciuta

l’importanza della legge Anticorruzione (non a caso era presenta la sua ideatrice, la Professoressa Severino) e che il nostro Paese ha intrapreso una serie di iniziative per promuovere la trasparenza generale a livello governativo e l’utilizzo di dati aperti, come quelli “sulla trasparenza sulle

informazioni che riguardano gli appalti”. Un altro riconoscimento è derivato dall’adozione di misure per aiutare a prevenire la corruzione con il coinvolgimento del settore privato attraverso programmi in stretta collaborazione con Confindustria. E ancora: enormi passi avanti sono stati fatti grazie alla legge antiriciclaggio e alla designazione per ogni società controllata dallo Stato del Responsabile per la prevenzione della corruzione. Il Rapporto dell’Onu ha mostrato anche il lavoro svolto dal nostro Paese in materia di confisca e recupero dei beni illeciti, ma anche passi avanti

nell’inasprimento delle pene nei reati contro la pubblica amministrazione e nella trasparenza negli apparati pubblici.

Insomma, da quello che è emerso dal Secondo Rapporto UNCAC è un’Italia che ha lavorato e continua a lavorare in materia di lotta alla corruzione. A dimostrazione di ciò è stato rilevante la scalata del nostro Paese nella classifica di Trasparency International sulla corruzione percepita, passando dal sessantanovesimo posto al cinquantatreesimo posto. Certo bisogna fare ancora di più ma l’immagine del Paese sta cambiando agli occhi del mondo. Bisogna continuare su questa strada e con questa logica di sistema: l’unione fa la forza e le considerazioni del Rapporto ne sono la dimostrazione. L’Italia è stata sempre considerata come il Paese della pizza, del mandolino, della mafia e della corruzione, ma dopo questo incontro, come ha più volte ribadito il Presidente

A.N.A.C. Raffaele Cantone durante la presentazione, “ricordiamoci che l’Italia è anche, e soprattutto, il Paese dell’Antimafia e dell’Anticorruzione”. E questo, aggiungerei, non può che renderci fieri ed orgogliosi.

UNCAC-1-1

avatar

sull'autore ()

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *