MALADMINISTRATION E BUROCRAZIA. TRA RITARDI, LITI E BUROCRAZIA, L`ITALIA PERDE I FONDI EUROPEI

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La letteratura dei larghi fondi comunitari sfruttati al minimo dalle nostre regioni, le cinque “regioni obiettivo” del Sud specialmente, si è rinnovata con una variante tutta italiana. Per gli ultimi due blocchi considerati – fino ad ottobre 2018, come racconta Corrado Zunino, su La Repubblica del 6 maggio 2019, alla pagina 14 – si evince questo:

  1. per i Fondi 2007-2013:
    1. l’Italia è riuscita a non spendere soltanto 193 milioni di euro su 27,9 miliardi assegnati, il 6 per mille di spreco, un risultato inedito nella storia ventennale dei fondi strutturali;
    2. questi «soli 193 milioni sprecati» sono, in realtà, fìgli di “… trucchi contabili …”, come racconta la Corte dei conti nella sua relazione annuale, perché lo Stato ha attribuito alle Regioni “in zona Cesarini” nuove risorse su progetti nazionali già chiusi, in diversi casi persino già finanziati (i cd. “progetti sponda” o “retrospettivi”, utilizzati per “gestire” la continua “riprogrammazione della spesa”);
    3. a fine periodo, “…. le minori risorse nazionali effettivamente immesse a sistema possono stimarsi in quasi 15 miliardi …”, molto di più dei 193 milioni dichiarati, spiega la Corte;
  2. sulla spesa in corso, periodo di programmazione 2014-2020:
    1. al 31 ottobre 2018, con la rendicontazione che si deve chiudere tra 18 mesi, la situazione è la solita, 32% per gli impegni di spesa e 12,62 per i pagamenti veri e propri, considerando i Fondi di sviluppo regionale (FESR) e Fondi sociali (FSE), un dato che peggiora in modo sensibile nelle Regioni del Sud  (7,69%, in Sicilia al 2%);
    2. restiamo, a seconda dei fondi presi in esame, penultimi o terzultimi in Europa per utilizzo tempestivo dei denari;
    3. molto è stato fatto, nonostante la mancata concessione della proroga da parte della Commissione per i 3 miliardi di euro a rischio per il 2018, vedremo come andranno i rimborsi sui 48 progetti per i quali è stata certificata la conclusione sui 51 previsti (i tre, al momento, fuori programma, e senza restituzione di denaro, sono: PON Ricerca e Innovazione, per 45 milioni non spesi per liti giudiziarie; PON Inclusione per 24,6 milioni, di “cause di forza maggiore”; POR Valle d’Aosta per spese regionali non certificate all’Unione europea per 1,4 milioni;
    4. restano, entrando nel dettaglio, dei percorsi amministrativi antichi, emblematici, tutti italiani, come quello della metropolitana di Napoli, Linea 6: il tentativo di completare entro il 31 marzo la tratta San Pasquale-Municipio, un chilometro e 800 metri, con le ultime 4 fermate di 9, è fallito e non si sono riusciti a spendere i 98 milioni europei assegnati con la programmazione chiusa nel 2013. Ora, dopo il diniego a proroghe, siamo al “Vedere cammello, poi pagare moneta”: scavate, procedete, poi si vede e vi paghiamo.

 

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