BUROCRAZIA E MALADMINISTRATION. LA BEFFA DELLA BALENA ARENATA IN SARDEGNA CHE NESSUNO RIMUOVE.

 

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Qualcuno rimuova Valentino, meglio “Va-lentino” come si vedrà, prima che una mareggiata devasti quel che rimane di un esemplare maschio di balena (Bataenoptem physalus), 17 metri, 18 tonnellate, che giace da 45 giorni sulla spiaggia di Platamona (Sassari), come racconta alla fine del 2017, Alberto Pinna, su La Repubblica del 30 dicembre 2017, alla pagina 19.

Vittima forse di una nave che l’ha speronato e — certamente — del cumulo di decreti, ordinanze, protocolli e codicilli (leggasi burocrazia) che da un mese e mezzo impedisce di decidere quale fine farà la carcassa.

Della balena si sono occupati 17 enti e una conferenza di servizi.

Una seconda conferenza con altri quattro enti — e sono 21, compresi un archeologo e un geologo — è in programma dopo l’Epifania, nel frattempo anche la burocrazia è andata in vacanza e il cetaceo sta sempre lì.

A Valentino il nome lo ha dato uno dei ragazzi accorsi a centinaia sotto Natale per una foto accanto alla gigantesca sagoma, al tramonto, con l’isola dell’Asinara sullo sfondo. Un cartone e una scritta stampatello: «Ciao VA-LENTINO», allusione alla (scarsa) rapidità della burocrazia.

Il litorale di Platamona si estende per 15 chilometri. Il 15 novembre all’alba due pescatori si sono imbattuti in un’enorme sagoma grigia. Hanno chiamato la capitaneria di porto, che a sua volta ha allertato i vigili urbani del comune di Sorso «per competenza territoriale». E qui ha avuto inizio la trafila: informative alla Asl, all’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, al Crama (Centro recuperi marini dell’Asinara), alla Prefettura, alla Regione, al ministero dell’Ambiente e via elencando.

Subito un problema: la balena era in decomposizione e, quando La Nuova Sardegna ha pubblicato notizia e foto, sono accorsi migliaia di curiosi.

Primo sopralluogo: come rimuoverla? E poi che fare? Interrarla o trainarla in mare aperto e affondarla? E ancora: chi pagherà?

Giuseppe Morghen, sindaco di Sorso, 15 mila abitanti, ha messo le mani avanti: «Noi non abbiamo mezzi idonei per la rimozione ne soldi». Per fare a Valentino un degno «funerale» un preventivo da capogiro, 100 mila euro… Sezionare la carcassa e interrarla costerebbe meno, 35 mila euro.

Ma non è così semplice: ogni operazione comporta conformità, pareri e nullaosta. Insomma, meglio mettere tutti intorno a un tavolo: la conferenza di servizi.

Ed ecco le convocazioni: Agenzia del demanio, Direzione generale del Corpo Forestale, Guardia Costiera, Arpas, Asl, Istituto Zooprofilattico, Prefettura, ministero dell’Ambiente, sindaco e segretario comunale di Sorso, Comune e Provincia di Sassari, 5 fra assessorati e servizi della Regione Sardegna.

«Uno contro l’altro, uno scaricabarile tutto all’italiana», parole di Roberto Desini, consigliere regionale, che si è attivato e dalla Regione Sardegna ecco i 35 mila euro che dovrebbero mettere tutti d’accordo.

Ma non è detto, perché ora si pensa ad altro: e se si cercasse di recuperare lo scheletro per esporlo? Valentino potrebbe diventare un’attrazione turistica…

Si è fatto avanti il parco dell’Asinara, ma pure il Comune di Sorso ora considera la balena non più un impiccio ma un’opportunità.

E infatti s’interpellano nuove sigle e enti: il Cert («Certaceans emergency response team»), Pelagos (santuario dei cetacei), l’Mmmtb («Mediterranean Marine Mammals Tissue Bank»), un geologo (per come interrarlo) e un archeologo (per evitare che scavando la fossa si possano danneggiare eventuali reperti!), l’università di Padova e il Museo di storia naturale di Milano.

In preparazione della seconda conferenza di servizi: che — recitano i manuali — è «un istituto della legislazione italiana di semplificazione della pubblica amministrazione».

Meno male.

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