BUROCRAZIA E TRASPARENZA. SE LA BUROCRAZIA APRE LE PORTE: ACCESSO AGLI ATTI SEMPRE PIÙ DIFFUSO.

 

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Dalla pubblica amministrazione arrivano segnali chiari circa il non vivere più con fastidio la richiesta dei cittadini di voler essere informati sul funzionamento della macchina burocratica.

L’ultimo monitoraggio sull’applicazione del cd. FOIA, approvato sulla falsariga del Freedom of Information Act americano, cioè l’accesso allargato ai documenti pubblici previsto dalla riforma Madia della PA, segnala la crescita sia delle domande di visione degli atti amministrativi sia le istanze trattate dagli uffici interessati.

La PA sembra, dunque, iniziare – evidenzia Antonello Cherchi, su Il Sole 24 Ore del 20 novembre 2017, alle pagine 1 e 10 – a mettersi al passo con le esigenze di trasparenza pretese dal Legislatore, prima con la legge 190/2012, poi con il decreto 33/2013 e da ultimo con il decreto 97/2016, che ha dato attuazione alla riforma Madia nella parte in cui, introducendo la versione italiana del FOIA, ha allargato il perimetro degli atti pubblici accessibili ai cittadini.

Maggiore trasparenza significa anche minori spazi per i fenomeni di corruzione, fronte su cui è intervenuta nei giorni scorsi la novità della legge sul whistleblowing.

Nei nove mesi di operatività del FOIA, che, di fatto, ha debuttato a inizio anno, i ministeri hanno ricevuto 792 istanze di accesso agli atti e hanno risposto a 666. Di queste, la maggior parte (511) sono state accolte, di cui 449 totalmente e 62 parzialmente. Il monitoraggio, effettuato dal Ministero della Pubblica amministrazione per capire come viene tradotta in pratica la riforma della PA, evidenzia la crescita sia delle richieste di accesso, che a fine settembre erano aumentate del 654% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, sia delle istanze trattate, lievitate del 94,7% rispetto al primo trimestre. Numeri più consistenti sul versante delle amministrazioni locali. In questo caso l’indagine è stata condotta su un campione di 132 enti, tra regioni, città metropolitane e comuni capoluogo. A fine settembre le richieste di accesso erano 2.068 e quelle definite 1.971, con una crescita rispetto a fine maggio – data dell’ultima rilevazione sulle realtà periferiche – rispettivamente del 18 e 21 per cento.

Quali informazioni i cittadini chiedono attraverso il Foia? Le più varie. Per esempio: alla Marina militare è stato chiesto di conoscere il numero delle navi impegnate nel Mediterraneo; a diverse case circondariali le condizioni igienico-sanitarie delle strutture; alla Polizia l’addestramento e gli equipaggiamenti utilizzati nel corso delle manifestazioni di protesta; a varie regioni la mappa dei siti contaminati; al ministero dell’Istruzione i verbali degli incontri sulla riforma della scuola.

Va ricordato che la richiesta non deve essere motivata – non si deve, cioè, possedere un interesse particolare riguardo ai documenti che si chiede di acquisire, come invece è per la legge 241 del 1990 sul diritto di accesso – e che la procedura è gratuita e senza spese.

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