WHISTLEBLOWING. DAGLI STATI UNITI, UNA GUIDA PER I GIORNALISTI.

Whistleblowing

Il Government Accountability Project – una delle più antiche e migliori organizzazioni di protezione e advocacy dei whistleblower – ha pubblicato “Lavorare con i whistleblower: una guida per i giornalisti”.

E’ più ampio di quanto sembri e pieno di consigli seri – scrive Richard Cassin, inDangerous Times: Advising Whistleblowers Before They Act”, il 27 ottobre 2017 – per gli aspiranti denunzianti e per coloro che cercano di aiutarli.

Il Government Accountability Project o GAP è un gruppo di interesse pubblico non profit e non di parte, fondato nel 1977, data dalla quale ha aiutato più di 6.000 denunzianti a denunciare le irregolarità al pubblico, con un budget annuale di 3,1 milioni di dollari che viene coperto attraverso donazioni deducibili dalle imposte.

“La stragrande maggioranza dei finanziamenti dell’ organizzazione proviene da una base di oltre 10.000 donatori e fondazioni individuali come il Fondo CS, le Fondazioni della Società Aperta e il Fondo famiglia Rockefeller”, secondo il sito web di GAP.

In “Lavorare con i Whistleblowers”, una sezione è dedicata ai “Consigli per gli informatori sulle migliori pratiche”, al fine di mitigare i rischi quando la decisione di lanciare il fischio è stata presa. In particolare, appare opportuno tenere in considerazione i seguenti aspetti:

  1. Prima di esporsi ai rischi, si dovrebbe parlare con un avvocato esperto nell’aiutare i whistleblower, così da fare una scelta informata.
  2. Si dovrebbe consultare i propri cari prima di correre il rischio, perché così è possibile condivderne le conseguenze. Avviarsi da soli potrebbe voler dire essere costretti a proseguire da soli, e la perdita della famiglia e degli affetti più cari è di gran lunga peggiore della perdita del lavoro.
  3. Si dovrebbe cercare di continuare a lavorare il più a lungo possibile, senza incorrere in sospetti. Evitando le difficoltà del momento successivo alla denuncia, il whistleblower può continuare a essere gli occhi e le orecchie per apprendere il quadro esatto della violazione.
  4. Si dovrebbe creare una traccia di tutto ciò che accade, in positivo e in negativo.
  5. Eventuali prove vanno conservate in un luogo sicuro, quale quello dello studio del proprio legale che è protetto e non è facilmente “accessibile”.
  6. Va considerato l’ambiente lavorativo e va verificata quale possibilità vi è di trovare l’appoggio o, almeno, evitare l’ostilità dei colleghi, soprattutto quando questi sono magari coinvolti pur senza averne tratto alcun vantaggio. Questo evita un ulteriore rischio, quello di una non adeguata analisi delle informazioni disponibili che, presi dal contesto e dalla particolarità della situazione, potrebbero condurre il whistleblower ad aver tratto delle conclusioni errate.
  7. Vanno acquisite adeguate informazioni sulle possibilità di proteggere le prove senza rimuoverle e, soprattutto, senza distruggerle e senza renderle impossibili da utilizzare, con evidenti riflessi positivi anche su eventuali accuse di furto di documenti.
  8. Si devono utilizzare sistemi di comunicazione sicuri, senza un codice o una sequenza che consenta di rintracciare i contati intercorsi o in corso.
  9. Si devono evitare, per quanto è possibile, contatti nell’orario di lavoro o utilizzando apparecchiature, tempo, attrezzature dedicate al lavoro o presenti sul luogo di lavoro.
  10. In modo analogo, si deve evitare la tracciabilità di file attraverso la valorizzazione della risorsa tecnologica.

La guida è consultabile all’indirizzo:

http://www.whistleblower.org/sites/default/files/whistleblowerguidejournalism.pdf

L’articolo è consultabile all’indirizzo:

http://www.fcpablog.com/blog/2017/10/27/dangerous-times-advising-whistleblowers-before-they-act.html

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