NUOVO CODICE ANTIMAFIA, PRIMI CORRETTIVI. LA CONFISCA È ESTESA A CASI DI CORRUZIONE CONSUMATA TRA PRIVATI

 

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Riallineare il nuovo codice antimafia alle regole comunitarie in materia di confisca allargata, dove è imposta l’adozione di questo strumento per la condanna nei casi di corruzione tra privati. E’ quanto prevede – anticipa Marco Mobili, su Il Sole 24 Ore del 4 novembre 2017, a pagina 24 – uno degli emendamenti che il Governo si appresta a presentare al decreto legge fiscale collegato alla manovra di bilancio e ora all’esame della Commissione Bilancio del Senato.

II Presidente della Repubblica, nel promulgare il nuovo codice antimafia (dato in arrivo sulla Gazzetta Ufficiale di sabato 11 novembre) si era rimesso «alla responsabilità del Governo» nell’individuare, «in tempi necessariamente brevi», modi e forme per «ripristinare, anche a fini della certezza del diritto»,le regole sulla confisca allargata con cui era stata data attuazione in Italia alla direttiva comunitaria numero 42 del 2014. Con l’emendamento che il Guardasigilli si appresta a presentare al Senato si punta a reintrodurre la possibilità di ricorrere allo strumento della confisca allargata per reprimere condotte corruttive messe in atto da soggetti che rivestono posizioni apicali di società o enti privati. Con lo stesso emendamento, poi, vengono inclusi nell’elenco dei reati presupposto per l’applicazione della confisca anche i fatti più gravi realizzati in forma associativa di uso illecito di carte di credito, di accesso illecito a più sistemi informatici.

 

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