BUROCRAZIA E POCA FINANZA FRENANO LE STARTUP ITALIANE.

Nella categoria Azione Amministrativa e Prevenzione da su 2 ottobre 2017 0 Commenti

burocrazia

Sono questi i principali fattori critici nell’attività della propria impresa secondo gli oltre 400 startupper italiani, intervistati per la seconda edizione della ricerca “La voce delle startup”. Il report realizzato dall’associazione Italia Startup – racconta Silvia Pasqualotto, su IlSole24Ore del 27 settembre 2011, a pagina 35 – fotografa la situazione economica delle nuove imprese e dedica anche un focus ai desideri e ai problemi degli startupper.

Tra questi, al primo posto, per il 44,6 % degli intervistati c’è la mancanza di liquidità che viene percepita come il principale punto di debolezza della propria impresa. Seguono le risorse umane numericamente limitate, viste come un grande limite per quasi il 20% degli intervistati.

Una situazione dovuta a un altro problema messo in luce dagli startupper intervistati: il costo della forza lavoro. La tassazione troppo alta del lavoro dipendente viene, infatti, considerata una criticità “estrema” dal 30% degli imprenditori, e “alta” da un altro 21%.

A complicare le cose anche la burocrazia vissuta come un gravissimo problema per il 29% degli startupper e come grave dal 30% di loro.

Aspetti fiscali e incertezza normativa completano il quadro di ciò che, secondo i nuovi imprenditori italiani, andrebbe migliorato per consentire alle loro imprese di avere successo.

Un obiettivo complicato dal fatto che, secondo gli intervistati, l’attuale normativa non facilita nemmeno gli investimenti in formazione e manca – secondo il 36% degli startupper – di agevolazioni per l’imprenditoria di nuova generazione.

Si tratta di risposte su cui pesano certamente i dati su fatturato che emergono dalla ricerca, e che confermano quanto rilevato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) nell’ultima rilevazione trimestrale sulle startup innovative del nostro Paese. La maggior parte (87,3%) delle startup che ha partecipato alla ricerca si trova, infatti, con fatturati inferiori al milione di euro. Solo il 12,7% degli intervistati ha invece dichiarato che la propria impresa appartiene alla categoria della startup consolidate e ha un fatturato superiore al milione di euro.

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