L’attualità di Falcone applicata alla Sanità odierna

Nella categoria Sanità e Welfare da su 4 luglio 2017 0 Commenti

A cura di Antonella Mascio. 

 

Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare” [G. Falcone, Cose di Consa Nostra].

Tale massima sintetizza perfettamente l’assuefazione e l’immobilità di alcuni in relazione ai più recenti scandali della sanità.

Tra la Commissione UE che si interroga se le patatine fritte debbano essere vietate o no ed il nostro Parlamento che ha trovato il tempo per sette sedute di commissione e l’istituzione di un comitato ristretto per interrogarsi sui compiti spettanti al “onicotecnico” (tecnico delle unghie)[1], c’è chi in ospedale è attaccato dalle formiche, come dimenticare la foto della degente ricoverata nell’ospedale San Paolo di Napoli immersa tra le formiche in un letto sporco, chi muore per infezioni, chi per valvole killer (2002), chi è sottoposto ingiustamente ad interventi non necessari al solo scopo di gonfiare i rimborsi ottenuti dalla Regione.

Ogni speculazione a danno dei pazienti e/o della sanità pubblica dovrebbe essere inaccettabile, gravissimo, insopportabile, eppure ciò va avanti da più di 25 anni, da Mario Chiesa, Duilio Poggiolini, a Lady ASL (Anna Giuseppina Iannuzzi) e Lea Cosentino. Nomi che hanno fatto la storia di un sistema malavitoso sempre più consolidato che quotidianamente riempie le pagine dei giornali e intasa le procure senza distinzione di età, sesso e posizione geografica.

Ancora una volta le parole di Falcone sono quanto mai attuali: “La mafia non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione” [G. Falcone, Cose di Cosa Nostra].

Le manovre economiche volte a ridurre il livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non hanno di certo contribuito ad alleviare i problemi. Secondo il Rapporto Eurispes 2017, la nostra Sanità viene bocciata nel 54,3% dei casi dai cittadini rispondenti al sondaggio (oltre 1.084 cittadini). Nel 42,2% dei casi si denunciano strutture mediche fatiscenti, nel 41,8% condizioni igieniche insoddisfacenti, oltre un terzo (34,1%) di quanti si sono rivolti alla sanità pubblica ha sperimentato errori medici. Le ripercussioni peggiori si hanno, come al solito, sugli anziani e i meno abbienti: il 23,8% dei cittadini sottolinea di non potersi permettere le cure private e solo nell’ultimo anno il 31,9% dei cittadini ha rinunciato alle cure dentistiche a causa dei costi eccessivi, il 23,2% a fisioterapia/riabilitazione, il 22,6% alla prevenzione e il 17,5% ha sacrificato persino medicine e terapie[2]. Per quanto ancora si indugerà nel non vedere che si sta andando nella direzione sbagliata minando uno dei sistemi sanitari una volta tra i meglio pensati?

Personale aziendale costituito da professionisti, scelti attraverso criteri meritocratici ed obiettivi, contribuirà allo sviluppo di un clima aziendale integro e di fidelizzazione, costituendo uno strumento indiretto per prevenire la corruzione. Bisogna pensare a delle buone pratiche che mirino, non a disgregare i centri decisionali o a sanzionare il dipendente infedele, ma a spingere gli operatori del SSN a momenti di confronto e discussione. Come spiega Falcone, la corruzione si basa sull’accordo collusivo di pochi e potenti, difficilmente si verifica in casi in cui è dovuta l’approvazione dei più. Formazione, responsabilizzazione e sensibilizzazione, ad ogni livello, sono sicuramente temi chiave, rimedio naturale contro l’inutile ed inefficace burocratizzazione. Infine, spreco è non investire in prevenzione: coordinare e strategizzare a livello nazionale e regionale gli interventi dei vari attori e/o decisori facenti parte del Sistema Sanitario agevolerebbe un miglior impiego delle risorse disponibili.

 

  Sitografia:220px-Giovanni_Falcone

  [1] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-13/disegni-legge-pazzi-proposte-111121.shtml?uuid=AbxWm96E&p=2

[2] http://www.eurispes.eu/content/eurispes-rapporto-italia-2017-la-sanit%C3%A0-bocciata-da-met%C3%A0-degli-italiani-oltre-un-terzo-34-ha

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