Curiamo la Corruzione
Andare in ospedale non è di per sé un’esperienza positiva, si tratta spesso di un momento delicato in cui la nostra fragilità o quella di un nostro caro è esposta ai massimi livelli, pertanto aspettarsi un servizio dignitoso e adeguato è il minimo in cui si possa sperare ma in molti casi non è così: disservizi, tempi di attesa biblici per tac o altri esami possono rendere questa esperienza un vero inferno. I malfunzionamenti di molte strutture ospedaliere sia nei casi più gravi che in quelli più lievi non sono frutto del caso ma di una mala gestione generalizzata e in alcuni casi sono il risultato di attività illecite e di corruzione.
La caratteristica più subdola della corruzione che rende la vita difficile a chi vuole individuarne i colpevoli è quella di essere sotto il profilo giuridico un reato senza una vittima specifica, tuttavia non significa che non ci siano danneggiati, anzi, sotto il profilo sociologico le vittime possono essere molte, perché il danno che la corruzione genera inquina l’intera società colpendo un pochino tutti, rallentando il sistema, intasandolo, riverberandosi anche nelle parti più lontane dall’epicentro del singolo reato. Il malfunzionamento della sanità pubblica è appunto il frutto dell’accumularsi di sprechi e inefficienze e di tanti piccoli e grandi reati.
Da un’indagine condotta dal Censis su 136 strutture sanitarie nell’ambito del più ampio progetto Curiamo la Corruzione coordinato da Transparency International Italia, Ispe Sanità e Rissc emergono dati preoccupanti.
Nell’ultimo anno il fenomeno corruttivo ha colpito il 25,7% delle aziende sanitarie, con un incidenza maggiore al Sud rispetto al Nord. In particolare è emerso che gli ambiti maggiormente a rischio corruzione sono quello degli acquisti e delle forniture, le liste d’attesa e le assunzioni del personale, in sostanza tutti gli ambiti dove è più grande il giro di affari.
I piani anticorruzione ci sono, ma purtroppo l’analisi di questi ha rilevato che in poco più della metà dei casi non sono adeguati ad arginare il fenomeno. Tuttavia qualcosa si muove, soprattutto sta aumentando la consapevolezza verso questi problemi, la partecipazione degli attori sociali e dell’opinione pubblica; basti pensare che il 6 Aprile si è tenuta la Seconda Giornata Nazionale contro la Corruzione in Sanità, che ha visto una grande partecipazione sia da parte degli addetti ai lavori sia di gente comune interessata a questi argomenti.
Il convengo ha evidenziato quanto la coordinazione delle organizzazioni, la formazione e la sensibilizzazione del personale sanitario siano il metodo più efficace per contrastare la corruzione, rendendo visibile il sommerso, attivando un fecondo scambio di idee e buone pratiche utili a contrastare questo male.
In conclusione la consapevolezza e la formazione di chi lavora nella sanità è essenziale, ma anche la consapevolezza di chi usufruisce di questi servizi è importante. Il sistema sanitario è come un organismo vivente, piccoli malfunzionamenti diffusi affaticano l’intero corpo, e sia i più grandi casi di malasanità sia gli inconvenienti più minuti sono i sintomi di un male diffuso e pervicace chiamato corruzione. Malattia da curare ed estirpare, saperla diagnosticare è già un primo passo per guarire.
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Purtroppo per estinguere la “malattia” della corruzione non esiste alcun medicinale….forse, iniziando una “terapia” oggi i nostri nipoti potrebbero vederne gli eventuali effetti benefici. Ma ciò non deve scoraggiare gli addetti ai lavori…..
L’Italia e` la culla della corruzione che la sta distruggendo e pertanto ad un punto di non ritorno.