Il whistleblower nell’Intelligence Community

Nella categoria Whistleblowing da su 11 febbraio 2016 1 Commento

L’Intelligence Community è un’entità federativa che racchiude diverse agenzie, le quali si occupano di attività di intelligence (raccolta ed analisi di notizie e dati riguardanti decisioni militari e di sicurezza nazionale) necessarie per le relazioni internazionali e la protezione della sicurezza interna.
Questa volta Frédéric St-Martin (esperto di whistleblowing e consulente presso l’Autorité des marchés financiers) nel suo blog affronta proprio il tema del whistleblowing all’interno dell’Intelligence Community.
Qui potete trovare il link dell’articolo originale: http://www.fcpablog.com/blog/2015/9/22/frederic-st-martin-whistleblowing-from-within-the-intelligen.html
Lo studioso afferma che molti Paesi come gli USA, il Canada ed il Regno Unito richiedono che la comunicazione d’irregolarità avvenute all’interno dell’Intelligence Community sia fatta internamente. In contrasto con la maggior parte degli altri funzionari pubblici, le norme nazionali proibiscono ai dipendenti dell’Intelligence Community e militari di divulgare l’illecito ad una terza parte indipendente rispetto all’organizzazione di pertinenza. C’è però un motivo, diciamo più un interesse pubblico, per il quale si cerca di limitare la diffusione di questioni di sicurezza nazionale sensibili. Ci potrebbero essere dei gruppi criminali che, se entrassero in possesso di alcuni dati, rischierebbero di compromettere la sicurezza pubblica e gli interessi strategici sensibili.
Tuttavia, imporre il segreto sulla cattiva condotta nel servizio pubblico non è il modo appropriato per rispondere alle minacce alla sicurezza nazionale. Non permettere un’adeguata informazione a soggetti esterni degli illeciti che avvengono nell’Intelligence Community, mina l’efficacia della segnalazione. Si crea dunque una cattiva gestione della segnalazione dell’illecito e si riduce il potere dei funzionari pubblici, poiché si rimuove la protezione legale, che richiede la possibilità dii segnalare illeciti ad un destinatario indipendente.
In Canada, il recente passaggio alla legge C-51 (Legge Anti Terrorismo del 2015) ha portato alla ribalta il problema che si sta verificando all’interno dell’Intelligence Community. La legge amplia di molto i poteri del Canadian Security Intelligence Services (CSIS). La mancanza di trasparenza nel processo di divulgazione illeciti nell’Intelligence Community influenza anche la fiducia dei funzionari pubblici nel loro datore di lavoro. In un sondaggio del 2012 effettuato sui dipendenti CSIS, solamente il 37% degli intervistati ha percepito che potevano segnalare irregolarità all’interno dell’organizzazione senza timore di rappresaglie. Nel 2010 era il 44%. Si è verificato un calo. Questo significa che se nell’ambito del servizio pubblico non ci sono garanzie sufficienti per il whistleblower, la segnalazione non avviene.

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sull'autore ()

Ho 23 anni e sono uno studente al secondo anno di "Master of science in Business Administration" all'Università di Roma "Tor Vergata". Laureato nel 2014 in "Economia e Management" sempre a Tor Vergata. Diplomato al Liceo Scientifico Statale "Vito Volterra" di Ciampino nel 2011. La mia mail è: daniele.favero2@virgilio.it

Commenti (1)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    il dipendente che segnala condotte illecite, deve agire a tutela dell’interesse pubblico e a tutela dell’integrita’ della amministrazione di appartenenza, articolazione del sistema-Stato.

    La mia vicenda personale puo’ servire a comprendere meglio la connotazione peculiare che deve avere l’azione del dipendente pubblico che segnala condotte illecite.

    Il Presidente della Repubblica, con decisione notificata presso il domicilio del sottoscritto, sancisce l’inconsistenza provvedimentale di un atto e dichiara inammissibile il ricorso straordinario proposto per l’annullamento di tale atto.

    Un nostro professore di diritto della facolta’ di Giurisprudenza, in una seduta del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, dichiara che la procedura in autotutela per l’annullamento dell’atto non e’ proponibile;

    Il Consiglio di Stato, Organo consultato per le decisione del Presidente della Repubblica, nel dichiarare l’inconsistenza provvedimentale dell’atto, fa riferimento al parere del nostro professore di diritto e ritenendolo un parere autorevole, sancisce l’inconsistenza provvedimentale dell’atto, basandosi anche sulla posizione espressa dal docente di diritto.

    Stranamente, altri “esperti” di giurisprudenza, ritengono che l’atto ha dignita’ provedimentale e su tale presupposto basano l’azione amministrativa dell’ente e ritengono il sottoscritto che rispetta l’immagine e il prestigio dell’Universita’ di Palermo, espressa con il parere del docente acquisito dal Consiglio di Stato visionario e qualcos’altro.

    Fortunatamente uno dei giudici chiamati a valutare atti basati su quell’atto inesistente, si accorge che l’atto non poteva essere nemmeno redatto!

    se per caso gli “esperti ” all’amatriciana che conferivano dignita’ all’atto ne dimostravano l’esistenza gli effetti sarebbero stati devastanti per la Repubblica in quanto :

    Si dimostrava che il Capo dello Stato non e’ Organo di garanzia affidabile e il Consiglio di Stato non ha fatto una valutazione corretta;

    il Professore di Giurisprudenza dell’UNiversita’, e’ INESPERTO;

    chi si e’ avvalso dell’ “esperto” all’amatriciana superfurbo e premiato!

    ho riportato la mia vicenda personale per sottolineare il valore patromoniale collettivo della P.A. e del diritto-dovere di tutelarne l’integrita’ contro le varie patologie dell’azione amministrativa

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