Fondi Europei: funziona la strategia antifrode (Parte I)
Nel periodo 2014-2020 l’Unione Europea investirà 325 miliardi di euro nelle regioni europee tramite i Fondi strutturali e di investimento europei. Questi soldi serviranno a promuovere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, nonché a garantire lo sviluppo – anche sociale – delle zone più deboli. A minacciare i risultati di queste politiche ci sono però la frode e la corruzione, due mali da estirpare necessariamente per garantire l’efficacia dei progetti europei.
In questa prospettiva si è svolto più di un anno fa il “Seminario sulle misuri anti-frode e anti-corruzione nei fondi strutturali e di investimento europei”, tenutosi a Napoli il 25 giugno 2014 e organizzato dalla Commissione europea in collaborazione con Transparency International Italia e il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica.
Il seminario, che ha cercato di rispondere alla domanda “Cosa si può fare, effettivamente, per prevenire le frodi e la corruzione nell’utilizzo dei Fondi?”, ha fatto da apripista a un tema che è poi stato d’attualità per tutto il 2015, soprattutto in seguito alla pubblicazione dei rapporti del COLAF (Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea) e dell’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode).
I dati elaborati da Transparency International sul livello di corruzione percepita nel Mondo nel 2014, collocano l’Italia al sessantanovesimo posto su 174 paesi. Questo a testimoniare quanto quello della corruzione sia un problema sentito e diffuso nel nostro paese.
Il rapporto dell’OLAF ha mostrato che in Europa la strategia antifrode sembra funzionare, dal momento che nel solo 2014 è stato raccomandato il recupero di 901 milioni di euro, l’importo più elevato di recuperi finanziari per il bilancio dell’UE degli ultimi cinque anni. Un grosso contributo è arrivato in tal senso dall’Italia, secondo paese in Europa per numero di frodi ai danni dei fondi europei, ma primo per reattività verso gli illeciti. Nonostante il settore dei Fondi strutturali sia particolarmente esposto al rischio di frode, la relazione del COLAF ha riportato che in Italia nel 2014 si è registrato un calo dei casi di irregolarità: siamo passati da oltre 62 milioni di euro a 58.802.878 milioni di euro . Un risultato da attribuire alla stretta collaborazione tra Guardia di Finanza e OLAF, come sostiene il direttore Giovanni Kessler: “La nostra struttura ha con la GdF una cooperazione eccellente, ormai tradizionale, che ha portato ottimi risultati. Un rapporto molto forte e proficuo che spiega anche i tanti casi di indagini. Con loro s’è stabilito un circolo virtuoso di scambi di informazioni che purtroppo non troviamo in altri Paesi” .
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Sono Gianalfredo Tisocco, pres. della Societa’ VIR COMPANY INTERNATIONAl S.r.l. Di Bucarest – Romania con sede in Bld. Lascar Catargiu, 45 intanto. 08 Sector 1 e vorrei denunciare la situazione della societa’ che per un abuso d’ufficio, con inganno da parte della societa’ ELECTRICA Muntenia Nord di Ploiesti – Romania, siamo stati bloccati nella messa in connessione il nostro Campo Fotovoltaico di 5,383 MW costruito sopra una discarica di rifiuti industriali, totalmente bonificata sito in Valea Calugareasca Prahova, e finanziato in parte ( 70%) con il contributo dei Fondi UE attraverso OIE del Ministero dell’ Economia Romeno. I nostri costi hanno coperto l’intera somma dovuta piu’ tutti quelli non eleggibili per oltre € 5 M. Una volta allacciato il campo e messo in prova ci siamo visti obbligati a sottoscrivere con Electrica un contratto per Implementazione della loro stazione Elettrica per oltre € 1,5 M, non previsto nel budget iniziale nel quale semmai erano previsti non piu’ di € 150.000. Noi per contro abbiamo dovuto pagarevsubito € 580,000 circa come anticipo, (il costo effettivo di esperti non doveva superare per il primo step non piu’ di € 300.000) con l’intesa che tutto il resto poteva essere rimborsato secondo la legge vigente nel periodo in cui avevamo un ATR valido. Ma da 1 luglio 2015, la societa’ ELECTRICA Muntenia Nord SA introduceva una normativa che si applicava per tutti ma di fatto solo per Noi in quanto eravamo stati finanziati dai Fondi UE ( a destra del dep. Sebastian Ghita Ras di Prahova e del suo Nasu Darius Dimitrie Mesca, dir.gen. Di Electrica Muntenia Nord) . Ora alla luce dei fatti il campo funziona ma essendo per ELECTRICA Muntenia Nord, in prova senza possibilita’ di esigere una qualsiasi corresponsione, al di la’ di una costosa causa per abuso e danni, la ditta VIR e’ costretta a pagare la sorveglianza e la manutenzione e spese generali continue, solo perche’ ELECTRICA si rifiuta di darci il Certificato di Connessione che anche per legge doveva riconoscerci. Chiedo prrcio’ un incontro urgente con la Commissione Antifrode al fine di denunciare lo stato di impasse in cui siamo ridotti, con rischio grave di chiusura dell’ azienda. In attesa, Cordiali saluti. Gianalfredo Tisocco