Roben P. Warren e le tre regole di Willie
Nel 1946 Roben Penn Warren dà alle stampe un romanzo destinato ad avere un notevole successo (seguirà l’omonimo film, prima nel 1947 e successivamente nel 2006): Tutti gli uomini del re. È la storia dell’ascesa e del declino di un boss politico americano del profondo Sud degli Stati Uniti. Questo è Willie Stark, che da incorruttibile tesoriere di una comunità rurale della Luoisiana diventa in breve tempo politico scettico e disilluso, disposto ad ogni ricatto morale e pronto a qualsiasi compromesso in vista del conseguimento dei suoi obiettivi e di quelli della propria azione di governo. Warren offre tre argomenti a giustificazione del comportamento di Willie Stark: anzitutto, ogni giudizio sui fatti di corruzione è relativo alla classe sociale di appartenenza, e quindi l’élite dei governanti trova la propria giustificazione, prevalentemente, presso quella classe politica e dirigente che accetta di buon grado la logica della reciprocità.
In secondo luogo, la corruzione è una necessità. Lo è per la carriera di Willie Stark, che giudica con disprezzo un amministratore che si è dimesso per paura di sporcarsi le mani. «L’amministratore voleva i mattoni ma non sapeva che qualcuno ha da rimestrare nel fango per farli» afferma il protagonista.
La terza regola, è che la corruttibilità è universale e senza eccezioni, nelle grandi città come nelle piccole, nei consigli scolastici come negli uffici del governatore.
Romanzi come questi fanno pensare perché collegano il fenomeno corruttivo allo scontro delle classi sociali ed al degrado ecologico. Le persone raffigurate hanno da tempo perso la propria innocenza e che, soprattutto, sono disillusi riguardo alla loro capacità di riprendersi da tali mali. È uno delle numerose testimonianze letterarie in cui emerge un’efficace descrizione della realtà corruttiva della società contemporanea nel Nuovo Continente. Personalmente spero che qualcosa possa cambiare, e mi riferisco alla disillusione. Tener duro a scrivere articoli in questo blog serve anche far rinascere qualcosa. La speranza ad esempio.
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