Resistere a Torbidopoli

Nella categoria Infiltrazioni mafiose da su 24 marzo 2015 0 Commenti

ecoQuante volte ci capita di sfogliare i giornali e di venire a conoscenza dell’inaugurazione di una nuova opera in seguito a gare di appalti pubblici. Ma realmente sappiamo cosa sono gli appalti pubblici e qual è l’iter legale che caratterizza la realizzazione di un’opera pubblica?
L’Osservatorio regionale sulla legalità di Libera Piemonte, con il disegnatore Michele Lovato, ha ideato un fumetto intitolato Torbidopoli che affronta tale argomento, che pochi  conoscono a fondo, raccontando “tutto ciò che non dovrebbe accadere”.
Le vicende sono ambientate nella cittadina di Torbidopoli, non precisamente collocata lungo lo stivale, e il cui nome riecheggia l’allegorica Mafiopoli di Peppino Impastato, dove i mafiosi venivano rappresentati come personaggi per vignette satiriche. Vale la pena ricordare quell’antecendente, citantdo dal libro “Resistere a Mafiopoli” di Giovanni Impastato e Franco Vassia (Stampa Alternativa)
“Nel mondo pittoresco della radio che Peppino e gli altri avevano saputo creare, Cinisi diventa così Mafiopoli, una colonia del malaffare, il regno dorato del grande capo Tano seduto, ossia Gaetano Badalamenti, sostenuto dall’allora sindaco Gero di Stefano, detto Geronimo Stefanini. Un lampo di genio irriverente e irridente, condito di linguaggio provocatorio che avevano mutuato dai film western. Salvo Vitale racconta che una delle più note trasmissioni, il cui titolo era per l’appunto “Western a Mafiopoli”, nacque dall’ascolto di una musicassetta di colonne sonore di Ennio Morricone tratte dai film di Sergio Leone. Su quelle musiche Tano seduto, il grande capo, pilotava, con il suo favore violento e minaccioso, la commissione edilizia del Comune di Cinisi con spari di proiettili che tagliavano l’aria della piazza del paese, nella quale Badalamenti si aggirava come uno “sparviero” in attesa della resa dei conti.”
Come resistere invece a Torbidopoli, dove il mondo dei tecnici e la politica fanno affari a scapito della “cosa pubblica”, ed oltre alla illegalità esiste una “zona grigia” in cui regna l’indifferenza e l’omertà?
Oltre ai vari personaggi corrotti o dormienti,  troviamo Luce, una ragazza brillante che lavora all’interno dell’ufficio dei Lavori Pubblici di Torbidopoli e non ne accetta i compromessi, i favoritismi, l’ingiustizia e il malaffare. Si pone domande, cerca di capire, si oppone al sistema corruttivo che ha di fronte, e nonostante qualche sconfitta, non perde la speranza. È vero che nell’ombra vigilano ed operano organismi investigativi per contrastare la criminalità organizzata di stampo mafioso, come la Direzione Investigativa Antimafia (DIA), ma è altrettanto vero che le scelte quotidiane prese dai singoli cittadini, e in particolare dai funzionare della P.A., possono fare la differenza. La gestione della cosa pubblica implica scelte responsabili ed etica nella professione, questo è l’appello finale rivolto ai funzionari della P.A..
Il fumetto si conclude con una dedica a Demetrio Quattrone, un Ispettore del Lavoro vittima della ‘ndrangheta nel 1991 per aver denunciato il malfunzionamento del sistema edilizio di Reggio Calabria. Mafia e corruzione sono spesso correlate: la mafia sfrutta le opere pubbliche per ripulire il denaro, fare affari, fare politica. La mafia, inoltre, ha il potere di fare rispettare i tanti “contratti illegali” e collusivi che sono necessari per la corruzione.
Il fumetto è disponibile on line, leggetelo (qui)!

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sull'autore ()

Studentessa universitaria di Economia e Management, fin dal liceo ho sentito particolarmente a me vicini i temi della legalità e della trasparenza. E' lì che ho scoperto e cominciato a coltivarela mia passione per l’attenzione al sociale e la curiosità sulle dinamiche che governano la nostra attuale società. Sono entusiasta ora di prendere parte a questa nuova avventura!

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