Perchè è importante il falso in bilancio di Luciano Hinna

Nella categoria Italia da su 26 febbraio 2015 0 Commenti

falso in bilancioA fine ottocento li chiamavano “zuccherini”, gli auditor americani li chiamano “confidential payments”, noi le chiamiamo bustarelle, mazzette, tangenti.  Dal punto di vista concettuale è necessario distinguere dove finisce un atto di gentilezza e di attenzione, come ad esempio un regalo o una mancia, senza che nessuno faccia qualche cosa di illecito, e dove inizia invece la mazzetta: il prezzo della corruzione. In questo secondo caso è importante anche identificare il soggetto attore dell‘atto: se la mazzetta è elargita da un privato con denaro che ha già scontato le imposte diventa “una liberalità” come una donazione ad una struttura non  profit, ma, se è fatto con l’intento di corrompere e di ottenere un vantaggio dal corrotto a scapito di altri soggetti, è reato.

La cosa si complica quando invece di un privato qualsiasi a corrompere è un manager di una  impresa che normalmente si autoassolve nascondendosi dietro gli interessi dell’impresa stessa. Le cronache sono piene di questi fatti: manager che perseguono fini leciti lo svulupoo dell’impresa, con strumenti illeciti, appunto atti di corruzione. Sono i reati dei colletti bianchi che per corrompere falsificano i bilanci delle aziende che dirigono, mettono in piedi operazioni fittizie che nascondono tra le pieghe della contabilità attraverso fatture false per prestazioni inesistenti, pagano consulenze improbabili che nascondono tangenti, si avvalgono di intermediazioni che nascondono commissioni ingiustificate, si avvalgono si sovrafatturazioni per creare fondi neri, magari all’estero, per crearsi delle disponibilità per pagare o mascherare tangenti. Quando però si riesce a determinare che quelle operazioni contabilizzate in bilancio sono di fatto inesistenti, emerge oltre il reato di corruzione anche quello di falso in bilancio, sempre che tale reato non sia stato derubricato come è avvenuto in Italia ormai tanto tempo fa. Da noi, infatti, dai primi anni 2000 tale reato di fatto non esiste più: da noi si può falsificare un bilancio e rimanere impuniti senza essere perseguiti. Può sembrare assurdo, ma è così.

Il falso in bilancio in realtà potrebbe essere –il condizionale è d’obbligo- un potente grimaldello per l’attività di intelligence della magistratura  per combattere la corruzione. Se è vero che in attesa della revisione della prescrizione l’arsenale penale italiano per la lotta alla corruzione spara a salve, quello del falso in bilancio non spara nemmeno, mentre l’effetto leva che si otterrebbe con la combinazione delle due mosse sarebbe potente se non altro per avere la possibilità  di cumulare le pene per reati diversi anche se di una stessa matrice.
Nei paesi industrializzati, ai quali ci vantiamo di appartenere, il falso in bilancio è perseguito in maniera decisa; negli Stati Uniti, ad esempio, dopo i noti scandali dei primi anni 2000 –Enron, Worldcom etc – le pene sono state inasprite; da noi più o meno nello stesso periodo invece il reato veniva derubricato nel silenzio complice di buona parte del mondo  imprenditoriale senza distinzione di dimensione. L’amministratore della Worldcom fu allora condannato per sette falsi in bilancio a 86 anni di reclusione quando già ne aveva più di 60; da noi quello stesso signore godrebbe ancora della libertà.

Perché è importante reintrodurre il reato di falso in  bilancio? Una prima risposta è semplice: se l’impresa ha un ruolo sociale, ed ovviamente lo ha, è tutelata e normata da leggi, l’attendibilità dei suoi bilanci non può essere una opzione etica, deve essere un cardine preciso su cui si basa un sistema economico degno di tale nome e non è ammissibile che il reato di falso in bilancio in un paese evoluto con una  economia evoluta rimanga di fatto impunibile. La seconda risposta si basa sul fatto che corruzione e falso in bilancio sono due reati che marciano a braccetto e se si persegue l’uno, si può perseguire anche l’altro d’ufficio e viceversa: un’arma in più per l’arsenale repressivo per la lotta corruzione. Oggi il dibattito politico è sull’allungamento dei termini della prescrizione del reato di corruzione e la reintroduzione del reato di falso in bilancio, entrambi sono mark di legalità e, se vogliamo anche di democrazia, dei quali si è iniziato parlare il giorno dopo che era stata  approvata la legge 190 che, vale la pena ricordarlo, aveva avuto ben oltre due anni di gestazione. Per la prescrizione ed il falso il bilancio sono ormai passati più di due anni dalle tante dichiarazioni di intento di governi diversi  di migliorare la legge anticorruzione intanto altri scandali hanno monopolizzato l’attenzione della cronaca.

Tutti speriamo che questa sia la volta buona.

Tags: ,

avatar

sull'autore ()

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *