Il decimo principio del Global Compact
Il Global Compact è un’iniziativa lanciata nel 2000 dalle Nazioni Unite per promuovere la sostenibilità dell’economia globale tramite l’adesione a dieci principi etici inerenti alla tutela dei diritti umani e del lavoro, alla salvaguardia dell’ambiente e alla lotta alla corruzione.
Attualmente in tutto il mondo vi sono oltre 10.300 tra aziende, organizzazioni non governative, associazioni e università che hanno aderito volontariamente all’iniziativa, di cui circa 200 sono italiane.
L’ultimo dei dieci principi dettati, introdotto nel 2004, recita:
“Le imprese si impegnano a contrastare la corruzione in ogni sua forma, incluse l’estorsione e le tangenti”.
E’ sicuramente una presa di posizione forte con cui si chiede al settore privato di partecipare attivamente alla lotta del fenomeno corruttivo opponendosi alle sue manifestazioni cui quotidianamente ci si può trovare di fronte.
L’impegno in prima linea delle imprese è stimolato dalla consapevolezza che la corruzione è probabilmente il maggiore ostacolo allo sviluppo economico e sociale di tutto il mondo. Gli effetti distorsivi sul settore privato sono notevoli, in quanto la corruzione “aumenta i costi di transazione, mina la concorrenza leale, distorce le priorità di sviluppo, e ostacola gli investimenti stranieri e nazionali a lungo termine” (https://www.unglobalcompact.org/index.html). Per evitare che l’effettiva raggiungibilità del grado di sviluppo a cui aspiriamo venga da tutto ciò sabotata, è necessario che l’anti-corruzione sia un principio condiviso e applicato a livello globale, e che soprattutto sia portato avanti dal motore dell’economia, le imprese. E’ proprio dall’opposizione quotidiana di coloro che muovono i traffici e i commerci globali che il fenomeno che ci prefiggiamo di sconfiggere può essere attaccato alle sue fondamenta e limitato nel suo diffondersi da un contesto di integrità e buon senso diffusi. Tramite questa iniziativa le imprese possono quindi farsi portatrici di questo messaggio, a beneficio non solo della propria immagine aziendale ma anche dell’intero tessuto economico in cui si inserisce la loro attività, influenzando potenzialmente i vari interlocutori (dai fornitori ai clienti, passando per le società concorrenti).
Ma le imprese che aderiscono al Global Compact possono fare molto di più: possono infatti firmare l’appello “Call to Action”, con cui il settore privato chiede ai Governi nazionali di promuovere misure che contrastino la corruzione e di implementare politiche atte a creare buoni sistemi di governance. In questo modo si tenta di creare una rete di connessioni positive in grado non solo di arginare il fenomeno e la negatività dei suoi effetti, ma anche di diffondere e sedimentare i valori di contrasto alla corruzione attraverso l’impegno in prima linea non solo di chi basa la propria attività nell’economia, ma anche di coloro che ne dettano la regole e hanno perciò il potere di influenzarne l’intero funzionamento.
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