L’uovo di Colombo per combattere la corruzione

Nella categoria Italia da su 15 dicembre 2014 0 Commenti

Da www.gustavopiga.it

Ho apprezzato l’articolo di Michele Ainis sul Corriere quando afferma, scettico, che le misure per combattere la corruzione, serviranno a poco: “perché chi ruba e chi intrallazza non pensa al codice penale, pensa di farla franca. E se ci pensa, non saranno dieci anni di galera anziché otto ad arrestare i suoi progetti. Perché inoltre il deterrente non risiede nella durezza della pena bensì nella sua certezza; ma alle nostre latitudini è sempre incerta la condanna non meno della pena. Perché l’ordinamento giuridico italiano ospita già 35 mila fattispecie di reato, che chiunque può commettere senza nemmeno sospettarne l’esistenza.”

http://www.corriere.it/editoriali/14_dicembre_13/fretta-dubbi-89174238-8295-11e4-a0e7-0a3afe152a95.shtml

E quando afferma che: “Eppure una via d’uscita ci sarebbe: passare dalla (finta) repressione alla (vera) prevenzione“, non posso che concordare con lui.

Ma dissento profondamente dalla sua idea di prevenzione: “potremmo uscirne fuori rendendo obbligatorio per legge il provvedimento deciso dal sindaco Marino dopo la scoperta dei misfatti: rotazione dei dirigenti, degli incarichi, dei ruoli di comando“.

“Dopotutto, è l’uovo di Colombo. Se non resti per secoli inchiodato alla poltrona, ti sarà più difficile poltrire, ti sarà impossibile ordire. E il corruttore avrà i suoi grattacapi, se il corruttibile cambierà faccia a ogni stagione come una maschera di Fregoli.”

Strano concetto per un ambiente prono alla corruzione sistemica come quello che si sta rivelando quello italiano: ruotare corrotti con corrotti? E che problemi mai dovrebbe avere il corruttore? E se facciamo tutti parte dello stesso club, che difficoltà mai avrò nel “poltrire”? Studi economici dimostrano che al massimo la rotazione in un simile ambiente porta ognuno ad aumentare le sue richieste di tangenti quando in posizione di comando per far fronte al minor introito futuro dovuto alla rotazione.

Strano poi che Ainis non chieda la rotazione delle cariche per magistrati, universitari, maestri e diplomatici, tutta una vita intenti a fare lo stesso mestiere. E perché mai non lo fa? Semplice, perché sono mestieri che richiedono competenze specifiche, che negli anni permettono l’accumularsi di sapere ed esperienza, condizioni essenziali per creare valore aggiunto per il Paese. I più bravi, sperabilmente, salgono di più nella progressione di carriera: quindi vi è modo per stimolare il non “poltrire” mantenendo tuttavia l’enfasi sulla non rotazione.

E altrettanto, e forse più, dovrebbe valere per chi lavora nelle stazioni appaltanti. Dove il valore per il cittadino dell’esperienza e la competenza è quantificabile in miliardi di euro e che meriterebbero dunque il contrario della rotazione: una percorso di carriera professionale altamente remunerato con promozione per i più bravi. Consentendo così anche di resistere molto più facilmente alla tentazione della corruzione.

Ainis è al corrente di questa seconda soluzione ma la discredita affermando: “Dice: ma così diminuirà la competenza, che cresce in virtù dell’esperienza. Vallo a raccontare agli italiani, alle vittime di un’amministrazione incompetente e per giunta inamovibile.”

Strano ragionare: se è vittima di un’amministrazione incompetente non sarebbe il caso di renderla competente, investendo fior fiore di risorse in essa? E’ quello che d’altronde sta proprio in questi mesi valutando la Commissione europea: come sospingere gli Stati membri più pigri ad investire nelle competenze nel mondo degli appalti pubblici, esattamente come è avvenuto negli ultimi trent’anni nel settore privato. Dove da funzionario di secondo rango dell’organizzazione il responsabile degli acquisti è diventato capo di una funzione tra le più strategiche all’interno dell’organigramma aziendale.

“E comunque l’uovo non lo inventò Colombo: fu deposto nell’antica Grecia. In democrazia si governa e si viene governati a turno, diceva Aristotele. Sarebbe bello se l’Italia sapesse riparare la sua democrazia. Di più: sarebbe onesto.”

Altra confusione: l’alternanza democratica avviene, a ragione, quando fallisce chi è in carica. La rotazione dei funzionari rimuove i bravi come i meno bravi, gli onesti come i corrotti, rendendo inutile l’accumulo di competenze. Rimuovere i meno bravi si può, senza rotazione: basta sapere e volere cambiare. Cercare, selezionare, premiare i più bravi ed onesti si può, anche in un mondo così complesso come quello degli appalti pubblici: basta volerlo.

Ci vogliono tante risorse per farlo ma che renderanno 100 volte tanto.

Certo poi ci saranno quelli che diranno, “bella forza, con tutti questi soldi spesi ci riuscivo anche io”. E il leader che sarà stato veramente coraggioso e deciso a cambiare il Paese per il meglio, come Cristoforo Colombo ed il  suo uovo, gli ricorderà che “la differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!”.

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