A Tor Vergata “Lectio Magistralis” di Raffaele Cantone, Presidente ANAC
Lo scorso 13 novembre, al Dipartimento di Giurisprudenza, è stata tenuta la “Lectio Magistralis”, dal titolo “Le sfide dell’anticorruzione oggi”. Invitato d’onore e relatore è il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Raffaele Cantone. L’evento è stato organizzato dal “Master di Secondo livello in processi decisionali e lobbying in Italia ed Europa (e disciplina anticorruzione)”, in convenzione con il consorzio BAICR Sistema Cultura della Relazione e con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
Il Presidente Cantone ha iniziato il proprio intervento con una digressione sulla corruzione italiana, citando i tristemente noti metodi di finanziamento illecito dei partiti politici che hanno dato il via al filone di indagini ricordate come “Tangentopoli” o “Mani pulite”.
L’Italia ha oggi una legge anticorruzione, prevista nel 1998, ma resa attuativa solo nel 2012, con cui è stata istituita l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC). La corruzione è un reato che i penalisti chiamano reato contratto, in quanto il corrotto e il corruttore sono spinti ad agire da un identico interesse. Più propriamente, deve essere considerato uno strumento che blocca l’economia perché non stimola le imprese non meritocratiche a fare innovazione. In Italia, sono pochi gli appalti che vedono partecipare aziende straniere, perché “non si fidano del sistema italiano”. È stato appurato dalla magistratura che quasi sempre le mazzette vengono pagate con il patrimonio aziendale, andando a risparmiare sui costi dei materiali, fornendo quelli di qualità inferiore.
«Se c’è un sistema ad alta permeabilità corruttiva, le mafie “la fanno da padrone”, potendo contare su enormi risorse finanziarie e sulla forza vera: quella delle intimidazioni e delle armi». Cantone ha inoltre dato notizia del parere favorevole espresso da parte del Presidente dell’Antitrust circa l’introduzione di un rating etico per le società e la disponibilità a considerare tale parametro in sede di ponderazione dei punteggi attribuiti alle aziende che partecipano ad una gara d’appalto.
«Bisogna far passare l’idea forte che la corruzione è un danno per tutto il Paese e soprattutto per i cittadini», ha tuonato Cantone prima di lasciare spazio alle domande del pubblico: «che cosa ne pensa della normativa americana che prevede la consegna ai whistleblowers (le c.d. “vedette civiche”) di una quota degli importi sequestrati in attività corruttive?» chiede un giovane studente dal pubblico, a cui risponde divertito Cantone «Ho fatto parte di una commissione istituita presso il Dipartimento dell Funzione Pubblica, durante il Governo Monti, e quando proposi la stessa cosa io e il mio team fummo letteralmente “massacrati”. Persino quando riformulammo la proposta, proponendo di devolvere somme recuperate esclusivamente dalla Corte dei Conti», ovvero una piccola parte. Sulla richiesta di anonimato per i whistleblower, Cantone ha esposto parere negativo, «per evitare atti delatori anonimi». I segnalatori dovranno, quindi, continuare ad indicare le proprie generalità nel documento di segnalazione, confidando nell’impegno dell’organo che riceve la segnalazione ad occuparsi di garantire il loro anonimato.
Prima di congedarsi, ha voluto aprire una parentesi puramente linguistica sul termine whistleblower: «in italiano non siamo ancora riusciti a trovare una traduzione positiva dall’inglese. “vedetta civica” è un termine che utilizziamo, solo perché nella nostra cultura ci si riferisce con accezione negativa ai segnalatori di fatti illeciti, che talvolta vengono volgarmente indicati come “spie”».
*Si ringrazia l’Ufficio Stampa dell’Università degli Studi di Roma – Tor Vergata, per la gentile concessione http://emagazine.torvergata.it/2014/11/26/a-tor-vergata-lectio-magistralis-di-raffaele-cantone-presidente-dellanac/
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