Recensione a cura di Filippo Cucuccio: Le reazioni patrimoniali dell’ordinamento a fronte della criminalità.
C’è una figura giuridica del nostro ordinamento, la confisca, che sta assumendo nell’ambito delle politiche di repressione criminale un ruolo sempre più rilevante. A sottolinearlo è anche Antonio De Donno, Procuratore della Repubblica di Brindisi, nella prefazione a questo volume collettaneo, arricchito da un solido repertorio bibliografico, il cui merito principale è di ricostruire “uno degli istituti più dinamici e complessi dell’ordinamento giuridico italiano”.
A conforto di questa convinzione vi è il fatto che, a fronte del moltiplicarsi dei fenomeni di illegalità diffusa, il legislatore italiano a partire dagli anni Ottanta ha rafforzato la normativa antiriciclaggio e introdotto la misura della confisca di prevenzione verso gli appartenenti alle associazioni mafiose. Successivamente, in virtù di adeguamenti legislativi intervenuti nel corso dei decenni successivi, il tema della confisca ha registrato l’allargamento del proprio perimetro applicativo. Infatti, sono stati previsti gli istituti della cosiddetta confisca allargata e della confisca di valore con un’estensione ai reati di pubblica amministrazione, oltreché a quelli di mafia e di natura tributaria.
Ad accrescere, poi, l’interesse per questo libro, che illustra in modo completo le diverse forme di confisca partendo dal nucleo originario individuato dall’art. 240 del Codice Penale, gioca un ruolo rilevante la qualifica professionale dei suoi autori, in quanto, salvo un paio di casi di appartenenza al mondo dell’accademia, annovera esponenti della Guardia di Finanza, quindi, portatori nelle loro considerazioni anche degli esiti di esperienze probanti maturate sul campo.
L’impianto deli libro prevede, nel primo dei sei capitoli in cui è articolato, il contributo di Massimo Chiappetta, che offre al lettore una puntuale ricognizione storica dell’istituto della confisca e un’illustrazione, sia pure per tratti sintetici, dei differenti modelli di confisca. Senza tralasciare di toccare l’aspetto della cooperazione internazionale, alla luce dell’introduzione del Regolamento UE n. 1805 del 2018, e l’altro dei relativi inevitabili problemi di coordinamento tra le diverse legislazioni nazionali.
Segue, poi il saggio di Giuseppe Di Stasio, che dopo un’accurata analisi della struttura, delle caratteristiche e delle finalità della confisca diretta individuata dal già ricordato art.240 c.p., passa ad analizzare le altre fattispecie speciali di questo istituto: la confisca ex art.19 del d.lgs 231 del 2001 (responsabilità amministrativa degli enti), la confisca in materia di reati societari ex art 2641 del c.c., la cosiddetta confisca urbanistica, la confisca in materia di contrabbando, la confisca ex art.416 bis del c.p. (“Associazioni di tipo mafioso anche straniere”) e la confisca ex art.5 bis della l. 401/1989 in materia di scommesse illegali.
Quanto al contributo di Gaetano Scazzeri al centro dell’analisi vi è il tema della confisca di valore, con un’interessante e stimolante disanima iniziale di quanto previsto in altri sistemi normativi (Germania, Svizzera, Inghilterra e USA). Successivamente, con riferimento all’ambito nazionale, l’A. valuta i riflessi di questo istituto sugli orientamenti giurisprudenziali maturati a seguito della sua introduzione nel nostro ordinamento nella prima metà degli anni Novanta del secolo scorso. Vengono, inoltre, esaminate le relative criticità emerse in fase applicativa e le difformità di orientamenti riscontrabili nelle pronunce anche della Suprema Corte. Un’attenzione specifica viene, infine, dedicata da Scazzeri all’applicazione della confisca di valore nei reati tributari con un’analisi che si estende alla forma della confisca per equivalente e alla recente confisca di sproporzione penale nei reati tributari, prevista nell’art. 39 del recentissimo decreto fiscale 2020, poi convertito in legge.
Nel quarto capitolo Andrea Napolitano e Antonia Foglia, gli unici autori non appartenenti alla Guardia di Finanza, analizzano il tema della natura giuridica e dei presupposti applicativi della cosiddetta confisca allargata. Il loro saggio è arricchito da un’interessante rassegna degli orientamenti giurisprudenziali in materia; viene, cosi, fatto riferimento, sia a una sentenza storica del 2003 e ai 3 principi di diritto in essa sanciti, alla decisione quadro del Consiglio di Giustizia e Affari Interni (GAI) n.212 del 2005 e alla Direttiva Europea 42/2014; sia agli adeguamenti legislativi nel frattempo maturati, compreso quello recentissimo, cui prima si accennava, collegato alla legge di bilancio del 2020.
La confisca di prevenzione è al centro dell’ampio contributo di Giovanni Andriani, che illustra questo istituto rientrante nel più ampio ambito del sistema di misure di prevenzione patrimoniale. Anche in questo caso il lettore potrà beneficiare di un’accurata rassegna critica dei più importanti orientamenti giurisprudenziali in una materia sicuramente complessa. Complessità, accentuata dalla difformità di indirizzo registrata anche a livello di Suprema Corte, e dalla necessaria verifica della compatibilità applicativa di questo istituto con i principi della nostra Carta Costituzionale; una verifica condotta, utilizzando la lettura/raffronto di alcune pronunce della Corte Costituzionale e di alcune sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il libro si conclude con un altro saggio di Massimo Chiappetta, che sviluppa una stimolante comparazione tra i due modelli di confisca di prevenzione e di confisca allargata. Ne vengono, così, valutate le affinità, le differenze e le possibili criticità riscontrabili sul piano applicativo. Spazio è, inoltre, dedicato, sia pure sinteticamente, agli aspetti più significativi di alcune sentenze della Suprema Corte con il dichiarato e lodevole intento di rendere più accessibile e intellegibile un percorso giurisprudenziale non sempre lineare.