TRASPARENZA. ANAC, LE NUOVE LINEE GUIDA. A TUTTO CAMPO SULLE AZIENDE PUBBLICHE, LE RICADUTE OPERATIVE.

 

 doppialente

Le amministrazioni pubbliche che detengono partecipazioni o controllano società, fondazioni o altri enti di diritto privato devono vigilare sull’applicazione delle misure anticorruzione da parte di questi organismi. Le linee-guida dell’ANAC sull’attuazione degli obblighi di trasparenza e di prevenzione adottate con la delibera 1134/2017 chiariscono – come scrive Alberto Barbiero, su Il Sole 24 Ore del 27 novembre 2017, alla pagina 44 – quali sono i compiti degli enti controllanti o partecipanti nei confronti delle diverse tipologie di soggetti del sistema pubblico allargato.

Le norme sulla trasparenza obbligano anzitutto le amministrazioni a pubblicare la lista dei soggetti controllati e partecipati, per fornire il quadro completo delle partecipazioni e anche per consentire la vigilanza all’ANAC.

L’articolo 22 del decreto legislativo 33/2017 impone alle PA la pubblicazione di una serie di dati essenziali riferiti a tutti gli enti pubblici (comunque finanziati o vigilati) per i quali abbiano poteri di nomina degli amministratori (ad esempio le aziende pubbliche di servizi alla persona derivanti dalla trasformazione delle ex Ipab), a tutte le società, controllate o partecipate, e a tutti gli enti di diritto privato controllati o comunque costituiti e finanziati, per i quali sussistono poteri di nomina degli amministratori. La pubblicazione deve evidenziare quali organismi sono in controllo pubblico, per consentire all’ANAC di individuare immediatamente i soggetti sottoponibili alle sue attività di verifica.

Le linee-guida chiariscono anche i compiti delle amministrazioni pubbliche per dare impulso e vigilare, soprattutto sugli organismi controllati, sulla nomina del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e in relazione all’adozione delle misure anticorruzione. Gli enti devono quindi verificare se le società hanno adottato il modello 231 e se lo hanno integrato con le misure anticorruzione o, in caso di mancata adozione del modello, se hanno approvato il piano anticorruzione.

Le attività di impulso e di vigilanza devono essere sviluppate con gli strumenti di controllo: atti di indirizzo rivolti agli amministratori degli organismi partecipati, promozione di modifiche statutarie e organizzative, atti di indirizzo su specifici comportamenti organizzativi. L’ANAC chiede che queste attività siano previste e articolate, con specifiche misure, nell’ambito dei piani triennali anti-corruzione delle amministrazioni controllanti o partecipanti.

Le attività di impulso e di vigilanza rispetto alle società in house competono alle amministrazioni che esercitano il controllo analogo, quindi questo profilo comporta anche la definizione di soluzioni ad hoc (attraverso norme statutarie o patti parasociali) se è svolto in forma congiunta da più enti. Nei confronti degli organismi solo partecipati, o per i quali vi sia solo potere di nomina degli amministratori, l’ANAC sollecita le PA a stipulare protocolli di legalità che li impegnino ad adottare il modello 231 o adeguate misure di prevenzione della corruzione.

Rispetto a questi organismi è peraltro essenziale che siano delimitate le loro attività di pubblico interesse.

 

Tags: , , , , , , , , , , , , ,

avatar

sull'autore ()

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *