Panopticon: da Jeremy Bentham alla sorveglianza governativa

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 3 novembre 2017 0 Commenti

Il filosofo Jeremy Bentham nel 1791 progettò un edificio, di forma circolare con una torretta in mezzo, allo scopo di ottimizzare la sorveglianza. In questa struttura, chiamata panottico, il guardiano poteva controllare i detenuti senza che loro se ne accorgessero. L’idea era venuta al filosofo in un periodo nel quale era tanta la richiesta di risparmiare sui costi delle carceri e, così facendo, utilizzando un solo guardiano per molti detenuti, era possibile ottimizzare il controllo. Il guardiano, infatti, poteva controllare tutti gli individui del carcere attraverso l’uso di una posizione centrale, dove i detenuti non potevano sapere chi e cosa stesse osservando. Così facendo, Bentham, creò una situazione in cui gli individui vivono in una condizione precaria e d’insicurezza senza sapere mai il momento in cui agire. Questo porta gli abitanti del panopticon a non avere comportamenti scorretti ma a comportarsi eticamente. Questa teoria è stata realmente applicata in tutto il mondo: ve ne sono esempi in Cile, negli USA e anche in Russia. Nonostante tutto l’idea è stata fortemente incompresa perché lo scopo di Bentham, che sarà spiegato in seguito, era completamente diverso dall’uso carcerario e oppressivo che gli è stato attribuito. Ma perché richiamare Bentham nel 2017? Com’è possibile che una teoria del 1791 ci può effettivamente essere utile nella nuova era dell’informazione digitale?
Il panopticon, infatti, è spesso paragonato all’era moderna: sia per eventi politici e di cronaca come la vicenda Snowden e Wikileaks; sia riferendosi alle nuove innovazioni tecnologiche che diffondono dati riguardanti la vita di persone comuni. Tutto questo ha contribuito a costruire questo paragone al quale comunemente si dà una visione negativa. Infatti, governi e aziende, grazie all’analisi dei big data, riescono ad avere tantissime informazioni su ogni individuo, senza che lui lo sappia o se ne accorga. Un mondo molto simile a quello del panottico, dove al centro dell’edificio c’è questo watchman che controlla e attraverso il controllo modifica i comportamenti dei detenuti. Al fine di collegarsi definitivamente alla visione del panopticon in era moderna c’è bisogno di richiamare una seconda fase dell’idea di Bentham: quando egli decise di costruire l’anti-panopticon. Bentham, infatti, capì che la sua idea era stata fraintesa: l’oggetto che aveva creato era diventato un mezzo per opprimere continuamente l’individuo e per limitarne le sue libertà; una visione totalmente diversa dal suo progetto iniziale. Difatti, l’obiettivo non era evitare che l’individuo si esprimesse nella sua personalità e nelle sue ideologie, ma era fare esprimere l’individuo attraverso comportamenti etici e giusti al fine di creare un vantaggio per la società. Egli, per l’appunto, non studia il panopticon come modello prettamente legato alle carceri, ma come un modello da poter applicare a tutti gli ambienti sociali: cittadini, politici, studenti e lavoratori. Coloro che vivevano all’interno del panottico non dovevano subire la sorveglianza e conseguenzialmente non scegliere ponendosi in maniera inetta, ma dovevano modificare i propri atteggiamenti al fine di renderli trasparenti e moralmente corretti, in altre parole senza che il guardiano potesse accusare nessuno dei loro gesti. Trasparenza ed etica, non oppressione e sorveglianza: le idee alla base erano diversissime da quelle che comunemente possono essere associate ad un carcere. Il controllo dei Big Data deve avvicinarsi sempre il più possibile all’ideale del filosofo inglese. Un articolo del “The Guardian” ispirato all’idea di panopticon nella società moderna definisce i governanti come le “persone più pericolose” in una società. Essi, infatti, possono fare il buono e il cattivo tempo di una nazione, per evitare che ciò accada è importante che loro come i lavoratori, i detenuti e gli studenti del panottico, si sentano osservati. Questa sensazione dovrebbe portare i governanti a comportarsi in maniera etica e trasparente, al non farsi corrompere e al non corrompere, all’evitare frodi e favoritismi. Tutto questo, se evitato, porterà a un miglioramento della società. I Big Data possono essere il nuovo watchman che, differentemente dall’applicazione storica, dovrà mirare a un miglioramento della società e delle condizioni dei cittadini e non a una repressione delle ideologie dell’individuo.

Per maggiori informazioni:

Big data analytics nelle aziende: nuovo strumento di anti-corruption compliance.

Big Data: un nuovo strumento per la lotta alla corruzione?

Fonti:

https://www.theguardian.com/technology/2015/jul/23/panopticon-digital-surveillance-jeremy-bentham

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Vivo a Roma, studio Economia. Amo tutto ciò che riguarda il circostante. Credo in una rivoluzione culturale più che politica e attraverso questo progetto voglio contribuire ad essa.

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