L’Africa più nera
L’Africa è stata la culla di grandi civilità ed è da sempre il continente più ricco del mondo. Siamo in molti, oggi, a credere che l’Africa sia solo: guerre, carestia, fame, estrema povertà. E invece no. Essa è, paradossalmente, condannata alla povertà a causa delle sue enormi ricchezze. Re, imperatori, governanti e mercenari lo sapevano e pensarono bene di sfruttare tale ricchezza a loro vantaggio. E’ a causa di secoli di colonialismo, analfabetismo e malattie, che agli inizi del XXI sec parliamo dell’Africa come del continente più povero e affamato del mondo.
L’Africa, attraverso un’esportazione equa dei propri prodotti, potrebbe già essersi risollevata dalla povertà, ma ogni anno spariscono 30mila milioni di euro dalle casse dei Paesi africani a causa delle pratiche di corruzione. Soldi che potrebbero essere utilizzati per curare 120 milioni di malati durante un anno o per evitare milioni di morti per fame. Ma fino a quando i governatori africani non cambieranno il proprio modus operandi la situazione non cambierà: c’è troppa fame di guadagno e di tangenti, e i soldi spariscono nel silenzio di chi guarda.
Ed è la corruzione che non fa rumore, quella più pericolosa. Le testate giornalistiche parlano sempre dei più famosi casi di corruzione, quando sono coinvolti ministri e capi di governo e quando si parla di cifre enormi. Ma è la corruzione silenziosa che uccide l’Africa più povera, dove neanche è permessa la presenza di mass media stranieri. I colpevoli sono principalmente i funzionari che non fanno il loro lavoro ma occupano il loro posto solo per portare a casa stipendi e mazzette.
Ne ha parlato Shanta Devarajan, capo economista della World Bank Africa, in una recente intervista:
“È terribile sapere che a Nairobi ti dicono che è meglio non uscire la sera con denaro nel portafogli perché c’è molta polizia in giro […]. Ogni atto di corruzione richiede due attori e molto spesso uno di essi è americano o europeo […]. Bisogna sviluppare gli strumenti di controllo internazionale per poter combattere questa situazione. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno una legge che obbliga a rendere pubbliche tutte le transazioni delle sue aziende in Africa. C’è speranza, basta analizzare l’attuale sviluppo di alcuni Paesi africani, come il Botswana, che ha avuto una crescita economica notevole, con una delle percentuali più alte del mondo“
Infatti, nonostante tutti dello stesso continente, i cinque Paesi meglio governati (Botswana, Isole Mauririus, Capo Verde, Seychelles e Sudafrica) vivono in una condizione ben migliore di quella vissuta dai peggiori Stati africani, come la Somalia. Secondo l’Indice di Buon Governo della Bo Ibrahim Foundation, il Botswana raggiunge nove punti su dieci per quanto riguarda la trasparenza del proprio governo, la Somalia 0,7. Il giorno e la notte.
Secondo l’indice elaborato quest’anno da Transparency International, che classifica i Paesi di tutto il mondo in base all’abuso che il settore pubblico fa del proprio potere per ottenere benefici personali, solo tre Paesi dell’Africa hanno ottenuto un punteggio superiore a 5 su 10 e sono: Botswana (5,8), Isole Mauritius (5,4) e Capo Verde (5,1). Seguono Seychelles (4,8) ed il Sudafrica (4,5). L’Africa resta in coda alla classifica: tredici degli ultimi ventiquattro posti sono occupati da Paesi del continente nero. L’intero continente è in mano a governanti corrotti e gli impiegati pubblici accettano quotidianamente piccoli e grandi tangenti.
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Bel pezzo e maledettamente vero.