Chiarezza, condizioni di equità e sostegno: il Bribery act

Nella categoria Estero da su 17 luglio 2015 0 Commenti

Anti-corrption_illustrationLa corruzione ostacola il business e ha un costo elevato: oltre al danno morale inflitto alla società, l’effetto immediato è quello di scoraggiare gli investimenti diretti esteri. Le aziende hanno timore ad investire in Paesi con alti livelli di corruzione a causa dell’aumento dei costi, dell’esportazioni a rischio maggiori e dall’inevitabile riduzione dei profitti. In alcuni casi, essa è agevolata dall’eccesso di leggi, che causa la moltiplicazioni delle competenze e delle responsabilità e aumenta l’opacità dell’ azione amministrativa. Sebbene ciò non debba giustificare la soppressione di regole e controlli.

Nel 2011 il Regno Unito ha fatto un passo notevole nella lotta contro la corruzione approvando e attuando il Bribery act. Questa legge è stata studiata per essere attuata in modo flessibile per ridurre il peso della burocrazia sulle aziende, in modo particolare sulle piccole e medie imprese. Tra i provvedimenti contenuti nella legge c’è la creazione di un nuovo reato nei confronti delle organizzazioni commerciali, che di fatto non impediscono agli individui a cui sono associate (soggetti cioè che operano per conto e in nome della medesima, ogni qual volta l’azienda non si sia dotata di Modelli Organizzativi interni) di commettere degli atti di corruzione a nome dell’organizzazione stessa. Tale reato si applica a qualsiasi azienda che abbia un’attività commerciale nel regno Regno unitoUnito. Il Bribery act definisce nuovi equilibri basandosi sul buon senso e non sullo sviluppo di nuovi strati di burocrazia.

Il risultato oggettivo è di creare benefici diretti per le aziende garantendo chiarezza, condizioni di equità e sostegno ai principali partner commerciali nel processo di adeguamento a standard comuni. Un equilibrato e articolato sistema di interventi preventivi, di controlli e di sanzioni amministrative e penali può produrre effetti rilevabili. Ma nessuno di questi strumenti può rivelarsi efficace se non si radicherà una diffusa cultura dell’anticorruzione. Uno degli aspetti che favorisce la corruzione in Italia è sicuramente l’eccesso normativo: attualmente esiste una serie di prassi obbligatorie per ciascuna fase del progetto-appalto. Inoltre, la recente normativa sulla trasparenza e sull’anticorruzione viene percepita, ancora. dalle aziende e dagli stessi organi di governo italiani, come una pesante zavorra burocratica. Una legislazione più semplice e un processo decisionale più trasparente rimangono obiettivi-chiave da raggiungere.

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Studentessa del primo anno di laurea magistrale in Filosofia, dell'Università di Roma "Tor Vergata" - stesso ateneo dove ho conseguito la laurea triennale -. Iscrivermi a filosofia, è stata una scelta che avevo maturato già dai primi anni di liceo. Proprio quegli anni, sono stati caratterizzati da una serie di scontri retorici con coloro che si ostinavano a convincermi che la filosofia non poteva affatto stare a braccetto con la realtà, anzi esse erano nemiche dichiarate. Evidentemente, questa è una posizione avvallata da molti, i quali partono dall’errato presupposto che la filosofia annebbia la mente, con la quale si vive in una sorta di iperuranio sganciato dalle dinamiche del mondo, impegnati solo nella contemplazione. Al contrario, credo che essa permetta uno sguardo critico sulla società, tale da poter individuare gli strumenti per un "tentativo" di soluzione delle questioni chiave contemporanee. Questo progetto, ne dimostra la validità e la possibilità di dialogo tra ambiti solo apparentemente diversi.

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