Whistleblowing SenzaBarcode, denunciare la corruzione nella PA

Nella categoria Whistleblowing da su 5 giugno 2015 0 Commenti

 

atlanta-whistleblower-lawyers-lgChe ne sarebbe ora di Mafia Capitale se i dipendenti avessero potuto segnalare le anomalie senza rischiare ritorsioni?

Con questa domanda di sottofondo si è svolta a Roma, venerdì 29 maggio, la presentazione dell’iniziativa “Whistleblowing SenzaBarcode, denuncia la corruzione”, un sistema che permette ad ogni cittadino di inviare segnalazioni alla redazione di SenzaBarcode corredate con foto, video e documenti utili alla causa.

Alla presentazione hanno partecipato Sheyla Bobba, direttore editoriale del blog senzabarcode.it; Emanuele Somma, Centro Studi Hermes per la Trasparenza e i diritti civili digitali; Marco Irace ed Enrico Gallina per Trasparency International; Stefano Giannini, segretario romano SULPL; Serenetta Monti, RSU-USI; Marcello De Vito, capogruppo M5S assemblea capitolina; gli avvocati Emanuele Besi e  Alessandro Gerardi; Diego Sabatinelli coordinatore di Radical Digital Frontiers.

Cosa è il whisteblowing? Nel lessico italiano, ci informa l’Accademia della Crusca, non esiste una parola semanticamente equivalente al termine angloamericano. L’istituto nazionale per la salvaguardia e lo studio della lingua italiana non si limita a dire questo e più  precisamente ci informa che sì “manca la parola (whistleblowing), ma è innanzitutto il concetto designato a essere poco familiare presso l’opinione pubblica italiana. L’assenza di un traducente adeguato è, in effetti, il riflesso linguistico della mancanza, all’interno del contesto socio-culturale italiano, di un riconoscimento stabile della “cosa” a cui la parola fa riferimento”

Da qui allora bisogna partire. Il whistleblower è quella persona che lavorando all’interno di una azienda pubblica o privata, si trova ad essere testimone di comportamenti irregolari, illegali o al limite della legalità, e decide di denunciarli per porre fine a quei comportamenti.

Come è evidente non si tratta solo di comportamenti illegali ma anche, più in generale, di “mal practice”, di pratiche e comportamenti che non costituiscono necessariamente reati ma che non corrispondono a ciò che la popolazione si aspetterebbe da una data azienda, che sia essa pubblica o privata.

Negli USA, afferma Diego Sabatinelli, coordinatore di Radical Digital Frontiers e editore di SenzaBarcode, il sistema di whistleblowing è attivo dal 1986 ed ha permesso di recuperare in 30 anni oltre 55 miliardi di dollari, l’85% delle somme frodate, e fino a 6 miliardi di euro all’anno. Nella legislazione italiana, in particolare nella legge 190/2012, esiste un debole e inadeguato riconoscimento della funzione del whistleblower e questo fatto  è da ritenersi  ancora più una mancanza se si pensa che da poche settimane è stato approvato il ddl sull’anticorruzione a prima firma Pietro Grasso.

Negli USA, inoltre, chi denuncia casi di mal practice “rischia” di guadagnare oltre il 30% delle somme frodate, a patto, ovviamente, che si recuperino tali somme. Questo fattore costituisce un incentivo per il denunciante e un’arma in più alla lotta contro la corruzione. Segnaliamo che, in Italia, al momento della prima stesura della legge 190/2012 si era pensato ad una premialità in denaro al denunciante di casi di corruzione, addirittura dal 15 al 20% delle somme frodate ma questa parte è scomparsa nel testo approvato dal Parlamento.

E’ da questa situazione ambigua che si inserisce a gamba tesa l’iniziativa del sito Senzabarcode che utilizzando la piattaforma Globaleaks, software libero a supporto del whistleblowing anonimo, in sinergia col browser TOR, che garantisce all’utente una navigazione anonima, mette a disposizione una piattaforma chiara ed intuitiva, a disposizione di coloro che intendono segnalare episodi di corruzione nella gestione della cosa pubblica, avendo la possibilità di inviare materiale testuale e multimediale (mp3, .pdf, .jpg), verificare lo stato di avanzamento della segnalazione e anche, eventualmente, di cancellarla.

globaleaks

La lotta alla corruzione passa anche da qui, non solo dal lato repressivo imposto dalla legge, ma anche e soprattutto dal basso, dalla cultura della legalità, dalla tutela di chi denuncia atti di corruzione e dovrebbe essere premiato perché la corruzione altro non è che un contratto che si instaura tra due parti e si sfalda anche nel momento in cui l’emergere nella legalità sia più vantaggioso che restare nel “mondo di mezzo”.

 

fonti:
www.SenzaBarcode.it
http://www.radioradicale.it/scheda/443705/radical-digital-frontiers-partecipa-alla-conferenza-di-lancio-su-senzabarcode-del

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Sono uno studente di Filosofia a Tor Vergata al primo anno di magistrale. Mi interesso di questioni di attualità e di politica che intendo come servizio e come tutela delle minoranze. Ho un sogno: vivere in uno Stato civile e laico, attento alla salvaguardia dei Diritti Umani. Aderisco a questo progetto con convinzione perché credo sia importante promuovere la cultura della legalità e del diritto. «Il cambiamento è automatico, il progresso no.» Antony Robbins

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