Tanzania: la musica come vaccino contro la corruzione

Nella categoria Estero da su 26 marzo 2015 0 Commenti

 

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La musica può agire come un vaccino, che attraverso una siringa entra nel corpo dei cittadini e apre le loro orecchie, permettendo così di comprendere cosa avviene intorno a loro.

E’ questa l’idea motrice della campagna Chanjo (“vaccino” in swahili), realizzata nel 2011 dal musicista tanzano Maembe Vitali: dopo aver prodotto un cd dal titolo omonimo, ha promosso la propria musica in un tour itinerante, spostandosi con la sua band in un bus ed esibendosi in gran parte del paese.

Il progetto ha lo scopo di portare la musica nei luoghi in cui vivono persone che non possono permettersi di comprare un cd, per questo Maembe e la sua band si esibiscono in spazi pubblici aperti dove le persone interessate possono assistere gratuitamente .

La Tanzania è al 119 posto (su 135 paesi) nella classifica sulla percezione della corruzione di Trasparency International, e i settori più corrotti risultano quelli delle autorità giudiziarie e di polizia secondo il Global Corruption Barometer.

La campagna Chanjo si è innestata in questo contesto, con lo scopo di usare la musica come arma politica e come mezzo di incontro e confronto tra i cittadini: infatti, al termine di ogni concerto i partecipanti sono invitati a prendere la parola per raccontare la propria esperienza personale rispetto al fenomeno corruttivo, o semplicemente per esprimere il proprio pensiero. In questo modo, attraverso il passaggio del microfono tra la folla, si dà voce a chi pensava fino a quel momento di non poter cambiare le cose da solo, dimostrando come invece ognuno possa giocare un ruolo nella lotta alla corruzione, che non deve essere solo uno sforzo degli organi statali.

Attraverso queste testimonianze, è emerso come le pratiche corruttive dilaghino in ogni ambito: alcuni dei partecipanti al dibattito hanno raccontato che se sei malato e non puoi pagare una mazzetta, probabilmente non verrai curato; per ottenere un permesso per aprire un’attività ti vengono richiesti dei soldi dagli stessi funzionari di cui contribuisci a pagare lo stipendio attraverso le tasse; se sei una donna poco istruita e cerchi lavoro, se non hai soldi ti devi prostituire per ottenerlo.

Al termine di ogni concerto, il pubblico è invitato ad esprimere il proprio impegno nella lotta alla corruzione, e i cittadini riunitisi ripetono all’unisono:

“Corruption is an enemy of rights and development. I swear I will not tempt any person to partake in corruption. Nor let my soul partake in corruption. So help me God.”

L’esperienza di Maembe Vitali non è stata di certo senza ostacoli: per esempio, durante un concerto della band nel villaggio di Nzega, il cantante è stato arrestato dalla polizia, su ordine del Prevention and Combacting of Corruption Bureau (PCCB), pensando che la sua fosse un’iniziativa di opposizione agli organi governativi.

La campagna itinerante ha ottenuto notevoli consensi, testimoniati dalle abbondanti visite sul blog e sulla la pagina Facebook del progetto, le cui principali tappe sono state raccolte in un illuminante documentario.

L’idea del “vaccino” riconduce anche all’insegnamento che si vuole proporre alle nuove generazioni, educando i bambini nelle scuole a comprendere la corruzione per opporvisi, in vista di un futuro migliore.

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Ho 23 anni, studio Scienze Economiche e il mio sogno sarebbe lavorare in un’organizzazione internazionale nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo. Credo molto nell’importanza della cultura, come fonte di ricchezza individuale e principale strumento di contrasto al fenomeno della corruzione.

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