Come fermiamo i Paesi dall’esportare la corruzione?
Quando l’azienda canadese Griffiths Energy International Inc. ha corrotto un pubblico ufficiale della Repubblica del Chad per acquisire zone petrolifere, è stato un colpo basso per uno dei paesi più sviluppati del mondo.
Quando la Siemens Industrial Turbomachinery ha pagato mazzette agli amministratori delegati della compagnia petrolifera nazionale russa per fornire le turbine a gas per la costruzione di un gasdotto, ha contribuito a peggiorare la condizione di un paese che è già considerato come altamente corrotto.
E quando il CEO della compagnia britannica Vostok Energy ha corrotto il direttore della Banca Europea per la Ricostruzione lo Sviluppo attraverso il versamento di un ingente somma di denaro su un conto svizzero intestato ad una società offshore, ha violato l’obiettivo della banca di “promuovere le economie di mercato affinché funzionino bene…”
Nel 2013, questi casi sono stati scoperti e risolti. Ma queste sono eccezioni, non la regola. Infatti, solo quattro dei quarantuno Paesi nell’Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD) stanno lavorando attivamente per fermare le tangenti estere pagate dalle loro compagnie ai mercati oltreoceano.
Sono passati 15 anni da quando la OECD Anti-Bribery Convention è stata introdotta. In base a questo accordo, i Paesi delle principali economie hanno preso l’impegno di criminalizzare, investigare e perseguire quegli individui e quelle compagnie che corrompono pubblici ufficiali di altri Paesi. Quando guardiamo alla performance dei Paesi che hanno aderito alla Convenzione, è ovvio che c’è ancora molto da fare per raggiungere l’obiettivo di un economia globale corruption-free.
Sebbene le tangenti estere siano meno visibili ai cittadini dei Paesi che le pagano, tali Paesi e i politici che li guidano sono obbligati dalla Convenzione ad assicurarsi che le compagnie non distribuiscano mazzette per corrompere impiegati statali e amministratori che operano a centinaia o migliaia di chilometri da casa.
Purtroppo ci sono ancora 22 Paesi che mostrano “little or no enforcement” della OECD Anti-Bribery Convention. Tra loro troviamo il Giappone, la Russia, la Spagna, la Corea del Sud e l’Olanda. Otto Paesi mostrano un “limited enforcement” e cinque paesi riportano invece un “moderate enforcement”.
Ci sono dei miglioramenti che vale la pena riportare, ma la performance complessiva della maggioranza dei 41 Paesi che hanno accettato di combattere le tangenti estere nei traffici commerciali internazionali è lontana dall’essere soddisfacente. Solo due Paesi sono migliorati nell’ultimo anno – Canada e Nuova Zelanda – e due Paesi sono invece peggiorati : Bulgaria e Danimarca, entrambi regrediti dalla categoria “Limited Enforcement” a “Little or No Enforcement”. La classifica degli altri Paesi non è cambiata secondo il report dell’anno scorso.
Nel 2013 Transparency International ha fatto rilevanti raccomandazioni sui doveri sostanziali e organizzativi dei Paesi aderenti alla Convenzione cercando di guardare ai prossimi passi da fare. Come è possibile fare di meglio? E’ questa la domanda a cui si cerca di rispondere chiamando all’azione l’OECD Working Group on Bribery e i governi dei Paesi nelle seguenti aree:
- I governi dovrebbero provvedere a fornire adeguati supporti, inclusi personale e fondi per l’esecuzione, ai Paesi che manifestano scarsa o lenta applicazione della OECD Anti-Bribery Convention.
- Resta essenziale continuare a monitorare secondo un rigoroso programma come si comportano al riguardo i Paesi che hanno aderito alla Convenzione.
- L’OECD dovrebbe indire incontri nei Paesi dove il problema è più grave per discutere come i loro interessi possano essere rappresentati al meglio in un procedimento legale per tangenti estere. L’OECD Working Group dovrebbe preoccuparsi di ottenere più informazioni possibili riguardo al problema nei Paesi più colpiti, archiviarle e riutilizzarle in futuro per affrontare sempre meglio questo male solo apparentemente incurabile
- I governi e il Working Group on Bribery dovrebbero raccogliere e pubblicare i dati sulle richieste di assistenza legale comune relative alle tangenti estere.
- In molti Paesi i dettagli dei casi, siano essi pendenti o conclusi, non sono disponibili. Inoltre un certo numero di Paesi (inclusa la Germania) rende anonimi i casi nascondendo tutti i dettagli che sarebbero in grado di identificare le compagnie o gli individui perseguiti o colpevoli di reat0. Questo modus operandi impedisce che l’informazione passi ai media e alla società. Pubblicare le attività poste in essere e sottoporle a giudizio sarebbe il deterrente adeguato per i Paesi per seguire la via dell’Anti-Bribery Convention ed avrebbe un effetto preventivo in caso di scarso impegno.
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