Finanza e valute digitali: essenziale la regolamentazione. Di Filippo Cucuccio

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 17 novembre 2021 0 Commenti
Nel recente convegno svoltosi presso la sede milanese della Banca d’Italia sia il Procuratore Antimafia, Cafiero de Raho, che il Vicedirettore di Bankitalia, Cipollone, hanno evidenziato i rischi della criptovalute e l’urgenza di nuove regole che contrastino l’illegalità che può diffondersi attraverso gli strumenti digitali

 Un ambito di riflessioni su un tema di particolare attualità e complessità, svolte in una duplice chiave legalitario-giuridica ed economica. No a una preconcetta avversità agli strumenti finanziari digitali, sì ad una loro adeguata regolamentazione, sia sul versante specificamente tecnico, sia su quello del contrasto penale.
 È questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso dal Convegno di studi “La digitalizzazione degli strumenti finanziari: opportunità e rischi”, organizzato dalla sede milanese della Banca d’Italia, diretta da Giorgio Gobbi, in collaborazione con l’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del credito, presieduta da Ercole Pellicanò.

Un ambito di riflessioni su un tema di particolare attualità e complessità, svolte in una duplice chiave legalitario-giuridica ed economica.

Infatti, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, nella sua Relazione ha rinnovato un appello lanciato già trent’anni fa da Giovanni Falcone circa la “necessità di un contrasto economico e finanziario alla mafia, necessità oggi ancora più vera ed urgente”, aggiungendo che “vanno aggrediti i sistemi che portano i soldi delle mafie all’interno del sistema legale economico” e che “le criptovalute sono tra le più pericolose, quando si parla di pagamenti anonimi non tracciabili con la possibilità di rappresentare un percorso primario per impieghi illeciti, come il narcotraffico”. Occorre, quindi, per Cafiero de Raho, grande fermezza nell’applicazione anche in questo caso del principio del “follow the money” per bloccare le transazioni illecite e arrivare fino ai conti correnti sospetti che potrebbero venir sequestrati.

Dal canto suo Piero Cipollone, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, la cui Relazione si è concentrata sugli aspetti tecnici legati alle valute digitali, preso atto che l’utilizzo del contante è diminuito dell’11% tra il 2016 e il 2019 e che la pandemia da Covid 19 ha esaltato le potenzialità di crescita del commercio digitale, ha ricordato che “la crescita delle tecnologie private con l’aumento dell‘utilizzo delle valute digitali in mano a imprese e multinazionali private mette a rischio il valore delle monete nazionali“.

Lo scenario sfidante e, per certi versi, inquietante emerso da queste due Relazioni ha costituito, per la ricchezza di suggestioni e stimoli forniti, la base per la successiva discussione, alla quale hanno preso parte esponenti del mondo accademico, della Magistratura e delle Authorities.

Dal canto suo Donato Masciandaro, Ordinario di Economia presso l’Università Bocconi di Milano, soffermandosi sullo specifico aspetto delle monete pubbliche digitali ha sottolineato che “prima di creare una moneta digitale occorrerà interrogarsi sulle sue proprietà economiche che sono almeno tre, ciascuna rispondente all’esigenza di dotare gli individui di uno strumento per affrontare al meglio forme diverse di rischio”. Infatti, oltre ai rischi di illiquidità e di svalutazione, “il disegno delle monete digitali dovrà tener conto che esiste una terza proprietà della moneta, l’essere una riserva di informazione, cui è associato il rischio di privacy”. In definitiva, per Masciandaro “l’appetibilità di una moneta digitale dipenderà dalle capacità di offrire le tre proprietà in modo da risultare conforme alle preferenze dei potenziali utenti”.

 Quanto a Eugenio Fusco, Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Milano, va puntato il dito sui rischi criminali nuovi, associabili alla digitalizzazione della finanza e delle valute, “fenomeni di grande allarme sociale non facilmente sussumibili nelle fattispecie astratte previste  dal legislatore, nonché difficilmente perseguibili, ancorché agevolmente qualificabili come reato”. Pertanto, non si possono fronteggiare queste nuove emergenze di criminalità con i consueti schemi investigativi, ma  “per un efficace enforcement del crimine digitalizzato si dovrà ragionare in chiave sovranazionale, sia sul piano regolatorio, sia su quello delle indagini da svolgersi puntando sugli aspetti, sia di specializzazione, sia  di ripensamento di norme come quella sulla competenza territoriale nel processo penale, in quanto il luogo di consumazione del reato è totalmente sganciato dai criteri naturalistici fissati”.

Ed, infine, Tiziana Togna, Vice Direttore Generale della Consob, nel ricordare esempi tratti da legislazioni di Paesi a noi vicini, come Francia e Germania, ha auspicato l’introduzione anche in Italia di normative in grado di rafforzare la capacita di prevenzione delle Authorities in tema di abusivismo finanziario, in particolare nel comparto degli strumenti che implicano operatività su cryptoattività. Un versante, quello dell’abusivismo finanziario, più in generale, dove –  è bene sottolinearlo – la Consob si è dimostrata particolarmente attiva negli ultimi tempi.

Dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita a pieni voti nel 1970 presso la Sapienza di Roma con una tesi innovativa sul modello del costo del capitale di Modigliani – Miller, Filippo Cucuccio entra nel Gruppo Banca Nazionale del Lavoro (BNL) dove percorre tutti i gradini della carriera manageriale assumendo incarichi di importanza via via crescente, tra cui si ricordano : Responsabile della Comunicazione in BNL, Responsabile della Formazione Professionale e dell’Addestramento Tecnico dell’intero Gruppo BNL, Amministratore Delegato di Società del Gruppo. Parallelamente Filippo Cucuccio matura esperienze in campo giornalistico (è iscritto all’Ordine Nazionale dal 1984) collaborando con le principali testate economiche nazionali e assumendo la direzione di periodici specialistici quali Parabancaria, Finanza & Mercati, etc. Attualmente collabora con numerose testate di mensili e periodici. Arricchiscono il profilo formativo di Filippo Cucuccio il conseguimento nel 2010, sempre a pieni voti e con lode, di una seconda laurea in Scienze dell’Amministrazione presso la Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza con una tesi in Diritto del Lavoro, nonché un’approfondita conoscenza delle lingue e delle culture francese e inglese, certificata rispettivamente dal DALF rilasciato dal Centre Saint Louis de France e dal Certificate of Proficiency dell’Università di Cambridge. Completano, infine, il quadro professionale di Filippo Cucuccio le recenti esperienze di Segretario Coordinatore della Commissione Regionale del Lazio presso l’Associazione Bancaria Italiana (2010/12), l’attuale incarico di Direttore Generale dell’ Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito (dal 2013); nonché le qualificate collaborazioni con primarie Università nazionali e la partecipazione dal 2014 al Consiglio Direttivo del Think Tank NIFA – New International Finance Association , al Comitato Scientifico del periodico La Finanza e all’Editorial Board del periodico Tempo Finanziario

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