Recensione a “Il principio della trasparenza amministrativa tra nuove tecnologie e contrasto ai fenomeni corruttivi” di Filippo Cucuccio Direttore generale dell’ Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito, già dirigente Bnl

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 12 giugno 2021 0 Commenti

La centralità del ruolo della Pubblica Amministrazione e l’importanza di un suo corretto ed efficiente funzionamento per la vita democratica di un Paese sono aspetti che giustificano il rilevo ad essi dedicati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano e nei rapporti con il cittadino.

In questo ambito di crucialità di ruolo si inserisce a pieno titolo il tema del livello di trasparenza della Pubblica Amministrazione; un aspetto, esaminato nei suoi molteplici aspetti in questo volume collettaneo, frutto dello sforzo collettivo di un team di esperti, composto da esponenti della Guardia di Finanza e da ricercatori in capo giuridico.

Il suo impianto, articolato in 8 contributi supportati da una solido apparato bibliografico, prevede inizialmente una prefazione di Raffaele Cantone, già Presidente dell’ Autorità Nazionale Anticorruzione – ANAC, in cui si ricorda l’evoluzione del principio di trasparenza in Italia: da un lato non disdegnando significativi richiami ad esperienze di altri contesti, legate a quello che oggi «viene considerato un predicato irrinunciabile del sistema democratico»; dall’altro mettendo in guardia sui possibili rischi di un eccesso di trasparenza, che vanno dal generare uno stato di opacità per confusione, all’impatto sui «diritti individuali non meno degni di tutela, come quello della riservatezza».

Il primo saggio del libro, scritto da Gennaro Dezio, contiene una valutazione del principio di trasparenza, svolta attraverso l’esame del suo percorso nel nostro ordinamento. Un percorso, scandito anche da alcune criticità e che culmina nella consacrazione del principio del nuovo accesso generalizzato, previsto dal D.lgs. n. 97 del 2016, con cui si sancisce il passaggio da una trasparenza di tipo proattivo, incentrata sugli obblighi di pubblicazione, ad una trasparenza di tipo reattivo, caratterizzata per l’appunto dalla normativa sul diritto di accesso.

Il secondo contributo di Giovanni Andriani offre al lettore una descrizione puntuale e una considerazione critica dei modelli dell’accesso agli atti amministrativi, previsti rispettivamente negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, evocando, inoltre, per quanto riguarda il nostro Paese il richiamo al principio sancito nell’articolo n. 21 della Carta Costituzionale. Non mancano in questo ambito alcune valide riflessioni sulle possibili confliggenze del nuovo principio di trasparenza, introdotto dalla normativa italiana in tema di accesso agli atti amministrativi, con le interpretazioni fortemente restrittive, portate avanti dal Garante della Privacy e dall’ANAC.

Ed è proprio la trasparenza nella particolare prospettiva di tutela della privacy a costituire il tema del saggio di Antonio Napolitano, ove ampio spazio è dedicato al bilanciamento tra esigenze di trasparenza e di privacy, all’analisi del Regolamento 2016/679 dell’Unione Europea e alla delineazione dei suoi 3 principi cardinali, responsabilità, protezione dei dati e privacy.Una ricostruzione accurata, nella quale viene inserita e analizzata la pronuncia della Corte Costituzionale italiana n. 20/2019, centrata sul bilanciamento tra i principi di pubblicità e trasparenza da un lato e diritto alla riservatezza dall’altro.

Il capitolo successivo, curato da Andrea Zuppetti, sulla pubblicità negli appalti pubblici inquadra questo delicato e dibattuto tema nella più ampia ottica delle misure di prevenzione della corruzione, soffermandosi sugli aspetti di pubblicazione dei provvedimenti di esclusione e di ammissione o impugnazione, sulle novità apportate nel regime di pubblicità dei contratti pubblici e sulle possibili prospettive future.

Sempre nella prospettiva degli strumenti di prevenzione della corruzione si colloca, poi, il contributo di Massimo Chiappetta, che, da un lato sottolinea l’ampliamento degli atti pubblici soggetti a obbligo di pubblicazione, attuato con il D.Lgs. N. 33 del 2016, dall’altro passa in rassegna gli aspetti essenziali della cosiddetta legge spazza –corrotti, L. n.3 del 2019. Un provvedimento normativo, quest’ultimo, che conferma il cambio di passo nelle strategie di prevenzione e repressione della corruzione, inaugurato nel nostro Paese dalla Legge Severino (L.190 del 2012) «ricomprendendo all’interno dello spettro applicativo della trasparenza anche quei settori … finora non sottoposti al controllo del legislatore». Un esempio, in definitiva, di come si possa attingere alle risorse del diritto amministrativo per sanare alcune criticità emerse in ambito politico rappresentativo e per adeguarsi alle indicazioni in materia, dettate dagli organismi sovranazionali.

L’introduzione e l’esperienza sicuramente innovativa del whistleblowingnell’ordinamento italiano sono al centro del saggio di Giuseppe Di Stasio con una particolare attenzione spesa per il profilo di tutela del whistleblower. Di sicuro interesse per il lettore si rivela in questo contributo anche lo spazio riservato alle riflessioni svolte in chiave comparativa con le analoghe esperienze normative statunitensi ed europee, in quest’ultimo caso, con un particolare riferimento per quella britannica.

Alla figura del Responsabile della Prevenzione della Corruzione è dedicato lo scritto di Antonio Foglia, che si diffonde sulla sua valorizzazione e sulle innovazioni apportate a questo ruolo dal D. Lgs. n.97 del 2016 con cui questa figura si è arricchita della funzione di responsabile della trasparenza.

L’A. passa, poi, ad esaminare i tratti salienti del nuovo Codice dei contratti pubblici, con cui si introduce un sistema di soft law, basato essenzialmente sulle linee guida dell’ANAC e sugli altri strumenti di regolazione flessibile adottati da questa Authority. Un cenno viene, infine, dedicato al D.L. n.32 del 2019, il cosiddetto sblocca – cantieri, che ha ulteriormente rimodulato la disciplina del codice dei contratti pubblici, anche in riferimento alle misure di prevenzione della corruzione.

Chiude l’insieme di questi interessanti saggi Giuseppe Scazzeri, che, dopo una premessa generale sui molteplici aspetti delle attività di vigilanza e controllo e delle interconnessioni con la trasparenza amministrativa, si sofferma ad analizzare i poteri attribuiti in questo senso all’ANAC. Sezioni specifiche e di sicuro interesse per il lettore sono, poi, dedicate dall’A. a un esame critico, sia delle ispezioni sui piani triennali di prevenzione della corruzione, sia delle ispezioni condotte in modo congiunto dalle diverse Istituzioni.

La trattazione si completa con riflessioni sugli aspetti conclusivi del procedimento ispettivo nelle sue diverse fasi (da quella dell’accertamento all’altra del momento sanzionatorio) e con una valutazione del rapporto tra indagine penale e attività tipica svolta a richiesta dell’ANAC.

Da questa, sia pur rapida, panoramica dei diversi saggi si può evincere, in definitiva, che si è in presenza di un libro che si rivela una fonte preziosa di informazioni e riflessioni su un tema cruciale per uno Stato democratico contemporaneo; quindi, di grande attualità, ma anche di notevole complessità per i molteplici aspetti implicati, per la loro continua evoluzione causata anche dall’incessante innovazione tecnologica e per i conseguenti aggiornamenti normativi. Sicuramente, un’opera indispensabile per i cultori della materia, ma altrettanto utile per quei cittadini, che vogliano avvalersi correttamente degli effetti concreti e applicativi del principio di trasparenza amministrativa sulla vita quotidiana di ciascuno di essi nei propri rapporti con la Pubblica Amministrazione.

 

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