L’EFFICACIA DELLE MISURE PREVENTIVE DI CARATTERE PATRIMONIALE. Articolo a cura della Dr.ssa Nira Viticchiè, discente del Master Anticorruzione, IV Edizione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Secondo il Procuratore della Repubblica M.Prestipino, “nell’azione di contrasto ai fenomeni criminali, in particolare ai fenomeni di criminalità organizzata, sempre più pervasivi e sofisticati, il sistema di prevenzione della corruzione ha dato dei frutti estremamente significativi nel corso degli anni”.
Questi risultati positivi, a suo dire, possono essere ricondotti in special modo alla misura preventiva di carattere patrimoniale.
L’aggressione del patrimonio nei reati di mafia, fino agli anni Novanta, non era un fatto prioritario, mentre l’attenzione erasoprattutto rivolta alla cattura dei latitanti con il fine di destrutturare le associazioni mafiose.
Il cambiamento di rotta e dunque il riconoscimento dell’importanza delle indagini economiche sui patrimoni della criminalità organizzata prese origine dal sentito comune degli addetti ai lavori e successivamente anche degli organi istituzionali economici.
Tuttavia, l’efficacia del provvedimento potè essere verificatasoltanto quando, insieme ad altri due grandi temi di contrattazione con lo Stato, il collaboratore di giustizia e il 41bis e, nelle intercettazioni dei capi mafiosi fu inclusa l’indagine patrimoniale.
I collaboratori di giustizia costituiscono un vulnus sulla credibilità dell’organizzazione criminale. Questo è stato infatti uno degli strumenti investigativi che maggiormente ha determinato le numerose vittorie dello Stato sulla criminalità organizzata.
Il 41bis, invece, isolando i capi mafiosi, rende difficile la comunicazione e la capacità di elaborare strategie, ed il ritardo che ne deriva determina il rallentamento dell’effettività e del processo di capacità decisionale del recluso sulla strategia da adottare nell’organizzazione criminale.
La misura di prevenzione del sequestro e della confisca per i mafiosi, d’altro canto, oltre a costituire la perdita dei beni, va adincidere sul prestigio di cui il mafioso gode nel suo territorio. L’esibizione della ricchezza e della potenza economica, infatti, aumenta le capacità di controllo sociale e il consenso sociale.
Tuttavia i beni e le attività economiche sequestrate alle organizzazioni criminali spesso non sono state efficacemente amministrate dallo Stato, che si è trovato sprovvisto della capacità necessaria alla riqualifica delle stesse.
Lo Stato, ad esempio, nel salvare le attività economiche recuperate dalla criminalità, si è più volte limitato alla loro gestione tramite un amministratore, rivelatosi spesso incapace di reggere il confronto con l’amministratore mafioso; incapacità dimostrata dal fatto che quelle stesse attività in mano ad amministratori mafiosi, godono sul mercato di una posizione privilegiata e “dopata”, che viene meno una volta che queste vengono riqualificate, perché viene meno anche il controllo sociale.
Una possibile soluzione non potrà essere, nemmeno, quella di affidare l’esercizio dell’attività economica alla cooperativa sociale, in quanto produrrebbe gli stessi effetti dell’amministratore.
È, al contrario, necessario una forma alternativa di intervento da parte di quei soggetti economici forti e in grado di assorbire le perdite sul sistema generale, consapevoli di una perdita iniziale, derivante dall’input della mafiosità della vecchia gestione, ma anche di un recupero nel medio-lungo termine.
L’incorporazione di un’attività in un’altra azienda forte e radicata nel territorio può risollevare le sorti dell’esercizio economico sequestrato. Tuttavia, perché le attività forti e radicate nell’ambiente decidano di inglobare questi tipi di esercizi, che nel breve termine saranno sicuramente in perdita, è necessario da parte dello Stato creare dei benefici come la fiscalità, la presenza sul territorio, linea di credito ecc.
Solo in questo modo sarà possibile riequilibrare “il conflitto asimmetrico” tra la mafia e in generale la criminalità organizzata e lo Stato.
La cattura del mafioso e il sequestro dei suoi beni sono un segnale positivo della presenza dello Stato; inoltre la trasformazione e il riutilizzo di quegli stessi beni dimostrano anche che lo Stato è forte e che la mafia non è invincibile.