Uno più uno fa… Articolo a cura della Dr.ssa Maria Teresa Volponi, discente del Master Anticorruzione, IV Edizione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata

 

A volte, davanti ai fenomeni più disparati che vanno dall’amore all’arte passando per la metodologia e l’analisi, trascinati da un irrefrenabile entusiasmo, siamo soliti dire “uno più uno fa tre”, posseduti dall’ottimismo della volontà.

Ecco!!! Quando trattiamo “la corruzione” dovremmo far sì che il risultato della citata somma sia anche più di tre.

Una volta condiviso e accettato il significato di corruzione quale disgregazione di un sistema, di maladministration che va ben oltre la rappresentazione classica dello scambio di mazzette e focalizzate, poi, le aree di rischio si è passati all’impiego di strategie comuni per contrastare i conflitti di interesse attraverso la conoscenza, il controllo, la trasparenza.

E’ iniziato un cammino che vede la corruzione al centro di processi internazionali che hanno l’obiettivo di individuare una strategia universale di contrasto. Una testimonianza è rappresentata dalla convenzione di Merida del 31 ottobre 2003 con la quale l’ONU ha adottato una convenzione nota con l’acronimo UNCAC la quale stabilisce che “ciascuno stato (..) elabora o applica, conformemente ai principi fondamentali del proprio sistema giuridico, delle politiche di prevenzione della corruzione efficaci e coordinate che favoriscano la partecipazione della società e rispecchino i principi di stato di diritto, di buona gestione degli affari pubblici e dei beni pubblici, d’integrità, di trasparenza e di responsabilità”.

Questa sinergia tra Paesi, l’impegno quotidiano degli operatori del settore, la collaborazione, il confronto delle esperienze, la contaminazione delle buone pratiche, la testimonianza del cambiamento e della crescita, la formazione e la sperimentazione sommano un grande risultato… più di tre.

Tuttavia, il modo di misurare la corruzione di tutti i Paesi attraverso un indice di “corruzione percepita” che non coincide con quella effettiva potrebbe diffondere un’immagine distorta del Paese e provocare effetti negativi sull’economia e la fiducia nelle istituzioni e nei mercati.

Quindi assume carattere prioritario un intervento volto a superare questo tipo di indagini per giungere a una misurazione di tipo scientifico e scongiurare il rischio di dover dire … uno più uno fa meno uno.

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