Per un nuovo umanesimo. Come ridare un ideale a italiani e europei. LUIGI CIOTTI – VITTORIO V. ALBERTI. Recensione a cura dell’Avv. Daniela Condò

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 24 luglio 2019 0 Commenti

La nostra identità di italiani ed europei è in cerca di un nuovo equilibrio. L’aumento della povertà, la perdita del lavoro, il dilagare della corruzione, la riduzione dei servizi sociali, la dispersione scolastica rappresentano fenomeni che avvelenano e frantumano la nostra società, creando mancanza di coesione e disuguaglianza strutturale.

Come recuperare per le prossime generazioni il futuro dell’Italia e dell’Europa, e come ritrovare una visione europea democratica, umanista e sostenibile? Queste le domande che si pongono gli autori del volume, e alle quali la risposta coerente è: investire sullo sviluppo umano per un «nuovo umanesimo».

Le sfide sono grandi, e dobbiamo lavorare tutti insieme, specialmente con coloro che sono oggetto di discriminazioni. Il nuovo umanesimo, come sottolineano gli autori, deve essere «povero», sia nel senso culturale e intellettuale sia nel senso sociale, perché deve partire dalle e fra le persone impoverite; deve essere «umile» – dal latino humus –, autentico, come ciò che proviene dalla terra.

Don Luigi Ciotti ricorda le parole pronunciate da papa Francesco il 6 maggio 2016, quando al Pontefice è stato conferito il premio Carlo Magno: «Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia […]. Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia, della libertà? Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa, madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?» (p. 25).

Per rifondare la società europea è necessaria, dunque, una concreta operazione culturale, basata su queste azioni: ideare, organizzarsi, condividere. Occorre «liberare la cultura», riflettendo sulle nostre responsabilità e sulla nostra comune interdipendenza, superando gli egoismi e le arroganze, aprendo le menti, coltivando le virtù, la saggezza e il coraggio.

La politica, secondo il pensiero di Aristotele, è bene comune, non potere del principe. Essa nasce dall’etica, mentre ora si assiste a un divario tra politica ed etica, denunciato da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’. È necessario ripensare l’economia e il mercato con una visione diversa della natura umana. Quale speranza in questo contesto?

La speranza, secondo gli autori, parte dalle periferie, dalle classi più povere ed emarginate, che ci forniranno le coordinate del nostro futuro. I nuovi scenari costituiscono una sfida per la dottrina sociale cattolica e richiedono risposte diverse a livello personale e collettivo. Da un lato, la comunità internazionale ha raggiunto il consenso su una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile che coinvolgono governi, opinione pubblica e imprese a livello globale. Dall’altro, le politiche di cooperazione, basate sul bene comune, la solidarietà e la «conversione ecologica», si scontrano con individualismi e indifferenze.

Il tema della responsabilità, richiamato da don Luigi Ciotti, è alla base del programma di rinnovamento: ognuno di noi può agire favorendo il senso della comunità e della sostenibilità per un cambiamento sociale. Altrettanto centrale è la nuova idea di formazione del personale politico formulata da Vittorio Alberti per un nuovo patto Stato-cittadini, per restituire all’Europa un’identità democratica e un’idea di laicità fondata su integrazione, pensiero e rinnovamento.

In questo contesto, diventano essenziali la cura della legalità e il contrasto alla corruzione. Le potenze economiche-finanziarie e le mafie si sono arricchite sulla pelle dei più deboli, approfittando di un sistema che obbedisce alla logica del profitto e dell’avidità, soffocando l’economia reale e il bene comune. È necessario contrastare la vasta zona grigia che ha inquinato la società, la fiducia e la possibilità di sviluppo sociale.

Gli autori chiudono il volume con una proposta di programma di risanamento, anche morale, che sia in grado di mobilitare le energie sociali per un’azione di rigenerazione culturale. Gli attori sono l’intera comunità, gli intellettuali, i soggetti istituzionali garanti della legalità, gli imprenditori, le scuole e le accademie, che devono concentrare il loro impegno per cambiare gli obiettivi strategici. Tre sono le parole chiave per tale impegno: corresponsabilità, continuità, condivisione.

 

https://www.laciviltacattolica.it/recensione/per-un-nuovo-umanesimo/

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