PROF. FLICK: CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E CORRUZIONE, TRA IL DIRE E IL FARE.
Appare interessante, a pochi giorni dalla Lectio magistralis in occasione della chiusura della Terza edizione del Master Anticorruzione dell’Università di Tor Vergata (http://anticorruzione.eu/2019/05/save-the-date-06062019-cerimonia-conclusiva-del-master-anticorruzione-iii-edizione-a-a-2017-2018-universita-degli-studi-di-roma-tor-vergata/), rileggere quanto aveva evidenziato il Presidente Emerito della Corte Costituzionale – nel corso dell’incontro “Italia interrotta: il peso della corruzione sulla crescita economica”, Camera dei Deputati, Roma, 12 settembre 2018 – perché “…da qualche tempo il tema della lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione sembrava sostituito da altri (l’immigrazione, le nazionalizzazioni, il conflitto con l’Europa) nel dibattito mediatico e politico, tranne il richiamo di qualcuno all’emergenza che esso rappresenta tuttora per il nostro paese….”
E ad ogni tragedia o disastro – come quella del ponte Morandi a Genova – riaffiora con l’annuncio di “… interventi nuovi e risolutivi …”,che hanno registrato sia approvazioni che critiche di eccessivo rigore o al contrario di lassismo fra gli addetti ai lavori, il che lascia perplessi di fronte a quella che venne presentata “… con qualche enfasi, come una rivoluzione nella lotta alla corruzione, uno “spazza-corrotti”…”.
Il Prof. Flick aveva ricordato in quella circostanza come anche questi provvedimenti dovranno, poi, essere valutati – “… si vedrà…”– “… alla prova dei fatti, ricordando che prima di applicare le sanzioni occorre individuare e condannare in via definitiva i responsabili … nel contesto di una giustizia notoriamente paralizzata …”.
Con i “costi” che questo comporta: per le Forze di polizia che hanno investito risorse umane, tecniche ed economiche nelle indagini, poi vanificate; il mancato svolgimento di altre attività repressive e/o preventive da parte delle Forze di polizia, che non possiedono risorse umane, tecniche ed economiche illimitate; quelli umani, personali, familiari, professionali, aziendali (inteso come spazio lavorativo, più o meno ampio, dove lavorava il soggetto indagato per corruzione); l’illusione pericolosa per l’opinione pubblica che viene, dapprima “illusa” dalle notizie anticipate sui media (è sufficiente pensare alla cd. Informazione di garanzia, che avrebbe, come noto a tutti, tutt’altra finalità e che diventa una sorta di condanna mediatica anticipata) e che, poi, si ritrova smarrita di fronte ad assoluzioni o archiviazioni che, nonostante lo spazio estremamente ridotto che ottengono, vengono percepite come errori perché non si è riusciti a trovare per “… dei colpevoli, le prove per condannarli”
Si tratta, evidenziò il Prof. Flick, della “… scarsa efficacia di una repressione la quale, nonostante la minaccia di una pena in teoria sempre più elevata, è in pratica vanificata dai tempi lunghissimi della nostra disastrata giustizia penale …”.
Con la necessità – visti i “… risultati non particolarmente brillanti dell’azione di contrasto alla corruzione ottenuti …” – di provare a seguire un metodo in parte diverso: “… dal “modo” di esercitare giustizia al “contenuto” di essa, attraverso l’equilibrio fra efficienza, rapidità e garanzie….”.
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