IL PRESIDENTE MATTARELLA AL PREMIO AMBROSOLI. AMBROSOLI: “È STATA UN’OCCASIONE UNICA DI FARE QUALCOSA PER IL PAESE”.

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Era il 25 febbraio 1975, in una lettera alla moglie l’avvocato Giorgio Ambrosoli scriveva: “…  È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese…”.

Frase ripetuta, qualche tempo dopo, quando consegna alla Banca d’Italia il primo frutto del suo lavoro, lo stato passivo della Banca Privata (che tra l’altro taglia fuori lo IOR), acclude un biglietto per il governatore: «Con i migliori sentimenti di devozione per avermi dato modo di servire in qualche modo il Paese».

Come ricordato nel corso della cerimonia, se solo gli eroi fanno il loro dovere, cosa fanno gli altri? In paesi con più alto senso civico, il valore della legalità e il rispetto delle regole sono presupposti di cittadinanza. Chi ha senso del dovere non è considerato un eroe, bensì un cittadino che, consapevole delle proprie responsabilità, si prende l’onere di essere “normale” e fa il suo mestiere, con professionalità. In paesi meno sviluppati, il mito dell’eroe – attribuendo solo a pochi il dovere di rispettare lo Stato e la legge – permette di ignorare i propri obblighi.

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