“La diplomazia giuridica”, quando la legalità permette lo sviluppo. A cura di Mattia Italiano.

Un libro che affronta con arguzia e vivida competenza esperienziale, il tema del contrasto alla corruzione in un taglio del tutto italiano: il made in Italy dei modelli normativi da esportare in uno scenario mondiale che ci osserva con interesse.

“La diplomazia giuridica” (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2018)

Gli autori del libro Alfredo Maria Durante Mangoni (Ministro plenipotenziario) e Giovanni Tartaglia Polcini (Magistrato e Consigliere giuridico Farnesina), con la loro pluriennale esperienza nei campi giuridici internazionali, legati in particolar modo al contrasto della corruzione e delle mafie, descrivono nel vivo il progetto di “diplomazia giuridica”, azione che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale conduce nel promuovere iniziative multilaterali a sostegno di un ambiente economico orientato alla tutela della legalità.

La necessità di combattere i fenomeni corruttivi e su più ampio spettro gli atti illeciti legati alle mafie, è una priorità che muove il motore dei sistemi giuridici di tutto il mondo: l’Italia stessa ha certamente molto da migliorare, nonostante il lavoro positivo di contrasto svolto in questi anni. Sebbene a molti piaccia pensare che l’esigenza di una lotta solida all’illegalità amministrativa sia prettamente nostrana, purtroppo l’urgenza è largamente condivisa, oltre che in Europa, anche da molti altri stati dell’intero pianeta.

La corruzione, come anche nel libro gli autori tengono a precisare, non è solo un problema morale legato ad una condotta equa e giusta delle amministrazioni. Il problema ancora più ampio è legato allo sviluppo sostenibile del mondo in accordo con l’Agenda 2030: le risorse mondiali sono scarse e, data la crescita demografica, la tendenza è coerentemente in crescita nel grado di esaurimento. Economicamente parlando infatti, la corruzione è un’allocazione errata delle risorse che, se combattuta efficacemente, può incrementare la crescita e il PIL mondiale e interno. D’altronde, in un sistema capitalistico, ogni evento di maladministration perturba i sistemi di autoregolamentazione dei mercati.

Ne consegue che l’opera proposta e descritta dal libro diventa importante, non solo per un avvicinamento allo jus gentium romano, ma anche per un lavoro di sviluppo sostenibile sia economico che a tutela dei diritti dell’uomo.

Con questa introduzione dottrinale, la prima parte del libro si apre all’esame e alla descrizione dei documenti e degli episodi legati alla storia cooperativa tra le organizzazioni internazionali (come Consiglio Europeo, G20, OCSE) oltre che sui vari temi delle criticità giuridiche quali terrorismo, fiducia nelle istituzioni, globalizzazione ecc., sempre nell’ottica dell’ALO: l’Ambiente Legalmente Orientato. L’ALO, definito dagli autori, è quell’ambiente necessario alla tutela dei diritti per una stretta comunicazione economico-legale.

Il libro prosegue con un’analisi delle pratiche legate al know-how italiano e comunitario, un’esperienza che si lega di fatto all’assunto anticipato all’introduzione: l’esperienza maturata dalla nostra legislazione, mossa da una rule of law (dove ognuno è soggetto alla legge) voluta fortemente nella nostra Costituzione, rende l’Italia un cardine della lotta alla corruzione nel mondo. Questa posizione ci dona l’onore e il dovere di far sentire la nostra voce nei tavoli internazionali per la creazione di iniziative multilaterali necessarie alla lotta competente all’illegalità.

Una modalità che se rispettata in primo luogo nelle nostre istituzioni, può portare l’immagine del Paese ad un’autorità internazionale degna di rispetto e fiducia.

 

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