L’ECONOMIA CIVILE. A cura di Mattia Italiano.

Nella categoria Eventi da su 29 marzo 2019 0 Commenti

Non abbiamo più tempo. Il mondo per come l’abbiamo conosciuto sta per finire, portandosi dietro l’ultimo barlume di umanità sia biologica che morale. L’uomo sparirà in breve tempo, fagocitato dalla sua stessa idea di progresso. Lo scenario ha varcato già le porte, insidiatosi nella realtà prima che la società, propriamente definita liquida da Z. Bauman, se ne potesse in qualche modo accorgere e adattarsi. Lo stesso sociologo ha intuito persino un ulteriore fenomeno, la retrotopia, che porta le popolazioni a voler tornare ad istituzioni e tradizioni passate senza tener conto dell’evoluzione ottenuta negli anni. Sovranismo, protezionismo, dazi di un passato ormai antico e superato. Make us great again diventa il nuovo motto: l’inno della rinnovata guerra tra paesi spinti ad accaparrarsi gli ultimi resti di un mondo prosciugato nelle sue risorse ormai in esaurimento.

Viviamo nella paura, nell’inquietudine del futuro.
Ma una soluzione c’è, e risiede nell’economia civile. “Non esiste vento favorevole per un uomo che non ha una meta” (cit. Seneca)

Alla lezione del Master Anticorruzione presso l’Università di Roma “Tor Vergata” sull’ ”Etica tra società ed economia”, il Prof. Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica, ha donato una forte testimonianza di fiducia nel futuro, guidata da un’estrema competenza scientifica: un vero e proprio manifesto di cambiamento fondato nella felicità. Le premesse e le conseguenti conclusioni avanzate dal professore, si contrappongono al modello dell’Homo Economicus, portandolo a descriverci più come cercatori di senso. Uomini che non fondano l’esistenza esclusivamente nel denaro e che non vivono nel restrittivo status di consumatori. Siamo guidati dalla ricerca di una risposta di senso nel nostro essere trascendentali, e che una volta trovata, ci accompagna lungo i sentieri della vita.

L’idea di Economia non può perciò differire dalla natura umana, dovendosi adattare ad essa per diventare uno strumento reale di progresso. È necessario rivoluzionare la sua concezione, seguendo un percorso mirato alla felicità dell’uomo che risiede nella propria generatività.

C’è l’idea, dice il professore, che l’uomo sia egoista e pensi al proprio vantaggio, ma la reale felicità non è data solo dal PIL in crescita (come dimostrato anche negli anni), ma da una capacità generativa che lo porti a muoversi per gli altri. Abbiamo bisogno di creare, il bisogno di alzarci dal divano e contribuire alla storia del mondo. Ci serve un’Economia non più esclusivamente guidata e regolata nei mercati, da istituzioni e tasso d’interesse: sarebbe un’automobile con sole due ruote gonfie. le ruote della dignità del lavoro e della sostenibilità ambientale ci conducono fuori strada se non manutenute. Serve prendercene cura, operando con delle azioni concrete che facciano rete. Dobbiamo informarci e informare di queste buone pratiche, affinché lo scenario apocalittico prima descritto non continui a disegnare la realtà: non è una previsione, già sta avvenendo in questo momento.

Come fare allora?

Lo sviluppo del lavoro avviene cogliendo i frutti della globalizzazione, possibile solo mediante la scala dell’innovazione e delle competenze. Il mondo cambia, dobbiamo cambiare anche noi per seguire le nuove tipologie di lavoro che si prospettano e per ridurre la disuguaglianza tra i salari del ceto medio ed alto: la competenza e l’innovazione sono le soluzioni del sistema.

La sostenibilità ambientale è infine il tema cardine, che se non affrontato, rende inutile lo sforzo mosso per il resto. I rischi futuri mappati come più probabili e dannosi, sono legati all’ambiente e senza uno sforzo per la sua custodia, saremo destinati alla fine. Ci sono varie possibilità, ed oltre le riforme strutturali demandate alla governance, noi possiamo esprimere un vero e proprio voto con portafoglio, stabilendo da consumatori l’andamento di un mercato che favorisce imprese e produzioni sostenibili con la scelta informata dei nostri acquisti.

Dobbiamo dunque impegnarci come cittadini attivi, e nel cammino per la prevenzione alla corruzione, costruire un processo a contatto con la realtà:

Il professore ci ricorda dell’importanza della comunicazione tra il Diritto e l’Economia. Non può esserci un ordinamento, finanche mirato al contrasto della corruzione, che nella sua burocratizzazione dimentichi dell’importanza di una fluidità amministrativa che non blocchi l’economia, a favore di una maggiore crescita della società.

L’importanza della comunicazione è essenziale per diffondere visioni e concetti, ancor più se svincolati dagli ormai dannosi archetipi precedenti. Sulla scia di questa considerazione, il Prof. L. Becchetti e la Scuola di Economia Civile, hanno lanciato un grande evento che si terrà i giorni 29-30-31 Marzo a Firenze: il Festival Nazionale dell’Economia Civile, dove riuniti in una grande comunità, si darà voce alla società civile, portando uno slancio ad una “grande, democratica e generativa, mobilitazione di persone, imprese e associazioni per una nuova economia”.

Link: https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/

 

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