Corruzione ed elusione fiscale – Tax me if you can. A cura dell’Avv. Benedetta Valenti, discente del Master Anticorruzione, Terza Edizione.
L’imprenditorialità con vocazione disonesta non si riposa mai e, anzi, si rivela, purtroppo, sempre più astuta e creativa nello sfruttare nuove strategie anche a livello internazionale.
I numeri dell’economia sommersa italiana sarebbero pari ad almeno il 20% del prodotto interno lordo e la cronaca quotidianamente ci rammenta come i meccanismi dell’evasione e dell’elusione fiscale vengano ben oleati da fenomeni corruttivi di ogni tipo.
Senza aver fretta di trarre conclusioni, è importante affermare che una compiuta lotta alla corruzione non può prescindere dal realizzare una efficace lotta agli illeciti fiscali.
La corruzione, intesa come degenerazione di un conflitto di interessi, ovvero come la fase finale di quest’ultimo, passa anche e, soprattutto, per l’abuso di diritto che tra le sue manifestazioni più rilevanti annovera l’elusione fiscale.
E’ bene precisare che l’elusione fiscale è un illecito differente dall’evasione, infatti, pur essendo entrambe condotte contrarie al diritto, sono contraddistinte da caratteri e tempi differenti.
In ambedue i casi si tratta di comportamenti orientati a ridurre il prelievo tributario, tuttavia, mentre l’evasione fiscale è diretta e si verifica a-posteriori, perché l’evasore si limita a sfuggire illegalmente alle conseguenze fiscali, con l’elusione fiscale vi è un vero e proprio abuso del diritto, ovvero la messa in pratica di una condotta lecita nei mezzi, ma illecita nei fini, perchè consente al contribuente di non realizzare affatto la fattispecie imponibile o di realizzarne una meno onerosa.
L’elusione fiscale nelle operazioni a carattere transnazionale è stata, a più riprese, oggetto di intervento da parte della Commissione Europea, che ha analizzato in particolare le attività condotte dalle multinazionali.
La direttiva 2016/1164/UE (cosiddetta Anti Tax Avoidance Directive – ATAD), che fa parte del pacchetto antielusione (Anti Tax Avoidance Package) varato dalla Commissione Europea per introdurre negli Stati membri un insieme di misure di contrasto alle pratiche di elusione fiscale, ha segnato un importante passo nella lotta all’elusione, recependo in buona parte le raccomandazioni del report OCSE del 2015 sul contrasto all’erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili (BEPS).
Ciò nonostante, sono ancora molte le indagini avviate dalla Commissione Europea nei confronti di multinazionali per presunta elusione fiscale. Le tecniche utilizzate dalle aziende, come è agile immaginare, sono assolutamente lontane da un lecito risparmio d’imposta, trattandosi, prevalentemente di profitti trasferiti a sussidiarie offshore o fondazioni esenti da imposte attraverso operazioni infragruppo (come il pagamento di interessi o di royalties).
Così, come in Italia è particolarmente vivace il dibattito sulla lotta alla corruzione, tanto in Europa è dinamico lo studio della tassazione a carico delle imprese multinazionali e della normativa antielusione.
Sono sorte vere e proprie commissioni impegnate a promuovere il dibattito sulla riforma della tassazione internazionale delle società, ponendo come base della ricerca l’interesse pubblico mondiale.
E dunque, ancora una volta gli interessi (e i conflitti di interessi) si pongono al centro dell’analisi, dimostrando come fenomeni quali l’elusione fiscale e la corruzione siano interlacciati da problematiche di fondo comuni.
In conclusione, a parere di chi scrive, la corruzione e l’elusione fiscale non hanno solo un legame eventuale, ma sono contraddistinte dalle medesime premesse ed asimmetrie.
Innanzitutto, la pluralità di leggi. Tanto più l’ordinamento è complicato e mutevole tanto più l’azione della corruzione o di chi interpreta la legge per fini di elusione, diventa pervasiva e penetrante e pertanto vincente.
In secondo luogo la chiarezza della semantica poiché la terminologia impiegata nelle norme giuridiche non ha sempre confini precisi.
In altre parole, a parere di chi scrive, pur essendo necessaria una politica di inasprimento complessivo dell’impianto punitivo, il mezzo più efficace per la lotta alla corruzione e all’elusione fiscale passa sempre per il versante della prevenzione che deve innanzitutto autorigenerarsi e modellarsi sull’evoluzione della società.
Formazione, trasparenza e sviluppo di sistemi informatici ed informativi sono gli strumenti fondamentali su cui investire per attuare un’azione preventiva davvero efficace ed in linea con le sfide future.