La corruzione: attori e trame. Recensione a cura di Avv. Daniela Condò.

Nella categoria Eventi da su 24 luglio 2018 1 Commento

Questo libro, scritto da Rocco D’Ambrosio, professore di Filosofia politica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, e da Francesco Giannella, procuratore aggiunto a Bari e coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, è un testo importante, che parte dalle definizioni fondamentali dei processi corruttivi per evidenziare le cause e i possibili rimedi di un male profondamente diffuso nel nostro tessuto sociale.

La corruzione viene analizzata come un fenomeno complesso, «dalle molte facce», che si è propagata dai livelli più bassi a quelli più alti della gerarchia istituzionale, trovando quale terreno fertile la confusione normativa e organizzativa, l’assuefazione sociale al malcostume, le logiche egoistiche di convenienza, la penetrazione della politica – o, meglio, della «malpolitica» -, nelle istituzioni, l’ignoranza e il nepotismo che mortifica la crescita culturale del Paese, la disinformazione, la crisi economica, la burocrazia e l’appesantimento della macchina giudiziaria.

Il radicamento della corruzione, tradendo il patto sociale, influisce negativamente sui rapporti tra governanti e governati e introduce una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche, distorcendo il loro ruolo, usato come terreno politico tra richieste di scambio e prestazioni clientelari.

Gli AA. sentono, pertanto, la necessità di soffermarsi sui temi più rilevanti che riguardano i fenomeni corruttivi: le indagini giudiziarie, la simbiosi tra corruzione e mafia con il controllo delle attività economiche, gli scambi opportunistici nei luoghi di lavoro e la mancanza di lealtà e di ethos civile; passando poi ad approfondire il ruolo dell’educazione (l’aristotelica paideia), che può diventare artefice di un nuovo comportamento (ethos) della società civile.

Se le realtà istituzionali sono affette da ingiustizie, è determinante che i componenti si interroghino sullo stato generale del corpo istituzionale e sul bene comune. La cultura viene prima delle regole e, se non cambia la cultura, le regole non vengono rispettate.

Un profondo imperativo etico viene dalla vita cristiana: il contrasto alla corruzione è oggetto di forte attenzione del magistero ecclesiale e nel costante richiamo del Pontefice. «La corruzione oggi nel mondo – ha precisato papa Francesco nella conferenza stampa del 19 gennaio 2015 – è all’ordine del giorno e l’atteggiamento corrotto trova facilmente nido nelle Istituzioni».

Come viene evidenziato dagli AA. (cfr p. 75), si inserisce in questo contesto la proposta di introdurre una «scomunica per i corrotti»: proposta che è stata presentata a conclusione del primo «Dibattito internazionale sulla corruzione», svoltosi il 15 giugno 2017 e organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, con la Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, a cui hanno partecipato 50 tra magistrati anti-mafia e anti-corruzione, vescovi, personalità di istituzioni vaticane, degli Stati e delle Nazioni Unite, capi di movimenti intellettuali e alcuni ambasciatori.

Infine gli AA. pongono l’accento sullo «stretto rapporto tra il grado di corruzione e di mafiosità e i requisiti culturali, educativi, morali dei componenti di un’istituzione e dei necessari sistemi di controllo». Da qui l’importanza dell’energia morale, quale linfa della pianta istituzionale, che «può determinare una crescita sana dell’istituzione solo nella misura in cui anch’essa è sana in sé ed è trasmessa in maniera sana. Il discorso allora si sposta sulle fonti e sui mezzi di trasmissione dell’energia morale, diventa cioè educativo» (pp. 81 s).

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Commenti (1)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    articolo molto bello.
    Il cristiano e’ chiamato a contrastare la mala-Italia delle tresche, delle mafie delle raccomandazioni ma con quali modalita’ concrete?
    a mio modesto parere con una esistenza semplice, trasparente, senza scorciatoie, con la rotta esistenziale tracciata alla luce delle stelle polari della nostra Costituzione, del Vangelo, della Legge.
    Non e’ facile, richiede una continua rivisitazione interiore e spirituale e anche dei sacrifici ma illumina l’ esistenza di persone che non vogliono vivere nelle tenebre.
    in un luogo della memoria quale e’ Palermo, la mia citta’, l’esigenza di una esistenza pulita e trasparente e’ ancora piu’ sentita da chi avendo vissuto sulla propria pelle gli orrori di una macelleria umana quale e’ stata la mia citta’, con il proprio comportamento, cerca di onorare la memoria di uomini e donne che con il loro martirio hanno impedito alle mafie l’annientamento della democrazia nel nostro Paese.

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