ABUSO D`UFFICIO. SI CAMBI, COSÌ PARALIZZA IL PAESE.

 

burocrazia 2

Dopo l’intervento del presidente dell’ANAC Raffaele Cantone, che sul Messaggero ha ipotizzato una modifica dell’articolo del codice che punisce l’abuso d’ufficio, l’ex ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, plaude alla proposta e ribadisce che è una priorità per «sbloccare» il Paese.

Non a caso, da ministro ha dato vita a una commissione di esperti che esaminasse proprio questo problema.

Per l’ex ministro – nell’intervista rilasciata a Valentina Errante, Il Messaggero del 9 settembre 2017, a pagina 7 – “… la degenerazione del reato è colpa della politica e condivido la proposta di Cantone perché alle interrogazioni si preferisce l’esposto…”.

Spiega Costa di avere “… una particolare sensibilità sulla questione. A sollevare il problema è stata una lettera del sindaco di Catania Enzo Bianco, ma le sollecitazioni sono state trasversali. Gli amministratori mi segnalavano le difficoltà nell’esercizio del loro ruolo, tra queste quelle legate alla norma sull’abuso d’ufficio e, ovviamente, anche a quell’aspetto che ieri ha evidenziato Cantone: il numero di inchieste aperte, che colpiscono mediaticamente gli amministratori, portando alle dimissioni, o comunque a un indebolimento del lavoro, è enorme. Poi però i fascicoli svaniscono. A questo si aggiunge il fatto che basta una condanna in primo grado per determinare la sospensione di un amministratore locale. E quanti casi abbiamo visto di sindaci che si sono dimessi e poi sono stati assolti? Tra l’altro la politica è cambiata: una volta le opposizioni facevano le interrogazioni, oggi invece presentano esposti nelle procure lasciando che siano i pm a fare le verifiche. Così nascono i fascicoli e i titoli sui giornali. Il tutto è legato a una norma, che possiamo definire ambigua e non chiara….”.

Ancora : «L’abuso riguarda la violazione di legge o di regolamenti e sappiamo bene come sono le leggi nel nostro Paese: contraddittorie, confuse, di duplice o triplice interpretazione. Un amministratore si trova ogni giorno davanti a dubbi normativi, chiede pareri anche all’avvocatura, ma in molti casi è anche ostacolo dei dirigenti. Non sempre chi viene eletto ha le competenze giuridiche per andare a fondo nel guazzabuglio normativo. Abbiamo più di 50 mila leggi che si richiamano l’una all’altra, quando si fa riferimento a un simile ginepraio, il dirigente diventa il dominus».

Ai lettori del Sito, come nei precedenti articoli, lasciamo, come sempre, o, almeno, tentiamo di farlo, una fotografia completa, con i soli virgolettati.

Su argomenti come questo, di estrema delicatezza, è normale vi siano posizioni differenziate, a volte anche in modo significativo.

Ci auguriamo di essere stati utili.

Tags: , , , , , , , , , , , , , , , ,

avatar

sull'autore ()

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *